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Attualità martedì 19 gennaio 2021 ore 06:00

"Uno sfregio a cultura e patrimonio culturale"

Il Museo archeologico

Manifesto per la Cultura: "Musei chiusi, una ulteriore dimostrazione della scarsa considerazione in cui è tenuta la cultura nella nostra città"



PIOMBINO — Sebbene l’ultimo decreto consenta la riapertura dei musei, a Piombino resterà tutto chiuso, a parte il Museo Gasparri a Populonia gestito da privati. 

"Una chiusura totale, piegata a ragioni esclusivamente economiche, in totale dispregio del valore culturale dei musei. - ha commentato il Manifesto per la Cultura rispetto alla decisione della Parchi Val di Cornia di tener chiuse le proprie strutture - Una ulteriore dimostrazione della scarsa considerazione in cui è tenuta la cultura nella nostra città, nonostante che l’assessore Parodi si affanni a invocarla a parole, parlando invano di narrazione e di promozione. La cultura non è solo turismo ed eventi, ma deve essere finalizzata alla crescita della comunità, alla coesione, alla riflessione, alla formazione dei giovani".

"Ci sembrano particolarmente gravi, in questo senso, le dichiarazioni dell’amministratore delegato della Società Parchi Mauro Tognoli, il quale afferma che i musei e i parchi resteranno chiusi perché non conviene, anteponendo appunto il dato economico a quello culturale, il valore aziendale a quello sociale. Dimentica, Tognoli, la missione originaria del progetto Parchi Val di Cornia, che è quello di tutelare, gestire e valorizzare il patrimonio culturale del territorio". 

"Tenere chiusi musei come quello archeologico di Cittadella, che è il più importante museo della città e del territorio, è uno sfregio alla cultura e al patrimonio culturale di Piombino e della Val di Cornia. L’amministrazione comunale, se davvero tiene ai beni culturali, dovrebbe esigerne l’immediata apertura, sia di Cittadella che degli altri musei, così come insieme agli altri Comuni dovrebbe pretendere dalla Parchi la manutenzione di tutti i parchi che invece è stata interrotta con la scusa del Covid, ma in realtà soltanto per calcoli economici. Non è con la mentalità aziendale e staccata dal territorio che si governa la cultura".


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