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Politica giovedì 01 marzo 2018 ore 16:56

Patto per la Val di Cornia, sì e no dei candidati

Il coordinamento Art.1 - Camping Cig aveva chiesto un impegno ai candidati territoriali in fatto di acciaio, bonifiche e diversificazione



PIOMBINO — Gli operai del coordinamento Art. 1 - Camping Cig avevano chiesto ai candidati alle imminenti elezioni politiche 2018 di sottoscrivere un patto per la Val di Cornia al fine di farsi promotori dei problemi del territorio e impegnarsi a rispondere alle necessità attraverso una serie di punti.

Il documento contiene alcune domande rivolte ai candidati sulle grandi questioni che assillano i lavoratori e i cittadini della Val di Cornia, dal futuro della siderurgia, alle bonifiche, alla diversificazione economica e valorizzazione delle risorse agricole, ambientali, turistiche locali (leggi qui sotto l'articolo correlato).

Al documento hanno risposto positivamente: Francesco Pappalardo candidato al Senato (Livorno) per il Partito Comunista; Gregorio De Falco candidato al Senato (Livorno) e Caterina Orlandi candidata alla Camera (collegio di Grosseto di cui Piombino fa parte) per il Movimento 5 Stelle; Massimo Cini (Senato) e Stefania Amarugi (Camera) di Potere al Popolo; Cinzia Bartalini, Claudio Borghi e Alessandro Brunini (Camera) di Liberi e Uguali; Ferrando di Per una sinistra rivoluzionaria.

Risposta non pervenuta dal Partito Democratico. Dal Centrodestra, invece, è arrivata dal una risposta negativa da parte di Fratelli d'Italia e Udc-Noi con l'Italia (Luigi Coppola e Massimo Aurioso nelle liste plurinominali), manca all'appello anche la risposta della Lega.

"Li ringraziamo e ci rendiamo sempre disponibili al dialogo in qualsiasi momento, ma la sottoscrizione di un documento importante che non condividiamo pienamente, è un impegno che non siamo in grado di assumerci. - hanno scritto in una nota congiunta - La posizione delle forze politiche che rappresentiamo è quella da anni espressa nelle varie sedi istituzionali e politiche; siamo convinti che la crisi economica e sociale di Piombino abbia un responsabile che si chiama Pd, che ha da sempre puntato strumentalmente e dolosamente ad una monocoltura, oltre a gestire in modo pessimo le prospettive di rilancio della fabbrica, credendo ingenuamente a Cevital solo con l'intento di affrontare le precedenti campagne elettorali. Oggi la nostra città ha bisogno di una tutela economica dei lavoratori ex Lucchini, ma, ancor di più, ha necessità di lavoro e di prospettive".


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