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Politica giovedì 14 aprile 2022 ore 14:31

“Più dubbi che certezze sul rigassificatore”

Rifondazione Comunista

Da Rifondazione Comunista una serie di punti da approfondire rispetto all’ipotesi della messa in funzione di un rigassificatore a Piombino



PIOMBINO — Il Partito di Rifondazione Comunista è intervenuto in merito al dibattito aperto sull’ipotesi della messa in funzione di un rigassificatore a Piombino.

“Al momento non vi è niente di certo, visto che i dettagli del progetto non sono stati resi noti neppure all’amministrazione locale, come da loro stessi dichiarato. - hanno spiegato da Rifondazione - Questo progetto, che il Governo metterebbe in atto per ridurre la quota di gas acquistato dalla Russia e per incrementare invece l’acquisto di questa materia prima da oltreoceano, ci preoccupa da numerosi punti di vista. Il primo è essenzialmente politico, e per certi versi anche etico. Una cittadinanza come quella piombinese, che da più di un secolo e mezzo ha visto installare sul proprio territorio attività industriali e di produzione d’energia, in nome dell’utilità pubblica e dello sviluppo del Paese, e che da sempre per questo ne paga le conseguenze, e che dopo le ha viste cedere a privati che ne hanno fatto scempio, senza il minimo rispetto dei cittadini e dei lavoratori, non può adesso veder calare dall’alto un ennesimo piano enormemente impattante senza essere ampiamente e tempestivamente informata dei dettagli e delle conseguenze che tale piano comporta. - e ancora - Il secondo è di tipo ambientale. Piombino si trova all’interno di un Sin, che da anni dovrebbe essere bonificato e messo in sicurezza, ma che al di là di vuote promesse non ha mai visto interventi concreti di miglioramento. Non vogliamo unirci poi al coro delle cassandre che paventano incidenti o malfunzionamenti di tale impianto, ma certamente un evento tragico ed imprevedibile non può essere immaginato come a probabilità zero. Il terzo è di tipo economico. Un impianto di questo tipo porta pochissimi posti di lavoro, tra i cinque ed i dieci, se ci basiamo sul rigassificatore di Livorno. Qualche posto di lavoro potrebbe essere legato all’indotto, ma anche questi non saranno mai numerosi. E parallelamente a questo, l’economia locale ne avrebbe un vantaggio o uno svantaggio? Non vorremmo poi pensare che l’ubicazione in area portuale del rigassificatore sia dettata dalla necessità di non disturbare la visuale alle aree turistiche limitrofe. E non vorremmo neanche pensare che il nostro territorio, fortemente compromesso e così bisognoso di interventi di bonifica e ripristino, sia invece inteso come discarica nazionale, come luogo di posizionamento per ogni genere di attività o infrastruttura impattante, inquinante e nociva”.

“Le domande che ci facciamo ed i dubbi che in questi giorni ci assalgono sono davvero troppi, e vorremmo che i nostri cittadini fossero messi a conoscenza di quello che si sta mettendo in atto a loro totale insaputa e senza il minimo tentativo di coinvolgimento”, hanno concluso dal circolo di Rifondazione Comunista.


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