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Attualità domenica 03 agosto 2025 ore 07:00
Rilancio acciaio, "tralasciati aspetti ambientali"

Oltre alle migliori tecnologie per il rilancio del polo siderurgico, per Legambiente erano necessari impegni chiari su porto e bonifiche
PIOMBINO — "L’Accordo di Programma Metinvest pare essere un contenitore vuoto, palesemente diverso dai due accordi precedenti (2014, 2019)". Così ha esordito Legambiente Val di Cornia commentando l'accordo per il rilancio del polo siderurgico presentato nelle ultime settimane.
"Un Piano Industriale eccessivamente scarno, senza un conto economico dei costi e dei ricavi e in assenza di un layout sufficientemente dettagliato, che ad esempio non dice cosa verrà fatto in zona 36 ettari. - ha commentato l'associazione ambientalista - Oltre al finanziamento di circa 320 milioni derivati da un Contratto di Sviluppo, veicolato da Invitalia, soldi che vengono stanziati a valersi su strumenti ordinari, di cui qualsiasi progetto industriale può avvalersi, non c’è traccia di nessun altro impegno finanziario pubblico cogente, soprattutto per il porto e le bonifiche. Nell’accordo ci sono le risorse necessarie al completamento del porto ma non vengono indicati i soggetti erogatori, entro quando resi disponibili e a valersi su quali misure".
"Nessuna chiarezza sulla gestione dei flussi di materia, sui rifiuti attualmente abbancati, quelli che si produrranno nella fase di costruzione dei nuovi impianti e che saranno prodotti dalla nuova l’acciaieria. - ha proseguito - Non è prevista una regia pubblica che sia capace di mettere in relazione, interessi pubblici e privati, governare i flussi di materia, favorendo al massimo l’Economia Circolare e che permetta di risparmiare risorse naturali locali non rinnovabili, di riciclare, di recuperare materia e di risanare le attuali emergenze ambientali. Regia pubblica, a nostro avviso indispensabile, proprio perché in un’area così vasta si andranno a sviluppare molteplici progetti industriali ed infrastrutturali che necessitano di risorse, e pertanto servirebbe garantire il massimo vantaggio ambientale ed economico per il territorio".
"Ci allarma quello che troviamo scritto in alcuni allegati all’Accordo di Programma: - hanno evidenziato da Legambiente - i materiali scavati potranno essere 'gestiti in coerenza/similitudine con il Progetto di MISO della falda, in cui è permesso il riutilizzo nel sito (fossa drenante) come materiali di riempimento anche dei materiali eterogenei e di risulta' e ancora 'in secondo luogo, si evidenzia che la presenza del sistema di messa in sicurezza della falda già consente di intercettare comunque le migrazioni dei contaminanti in falda originate da eventuali rilasci da parte di materiali di riporto non conformi ai limiti normativi'. Tutto ciò significa che se durante i molteplici scavi venissero trovate terre contaminate non conformi alle normative, esse potranno essere ugualmente riutilizzate in loco senza alcun trattamento, basta che rimanga nel perimetro industriale. Una sorta di licenza a non bonificare. I materiali contaminati saranno scartati solo 'in caso di esubero rispetto alle esigenze progettuali'. Una rivoluzione della normativa ambientale vigente! Ci allarma anche la previsione di occupare nuovo terreno naturale, classificato nel Piano Strutturale come area palustre. Un triangolo di qualche ettaro vicino alle pale eoliche che verrebbe riempito per adeguarne l’altezza al piano di campagna e al tempo stesso deviata la trincea drenante della messa in sicurezza idraulica in corso d’opera. Oltretutto, riempire questo nuovo terreno ora naturale con cosa? Con i rifiuti scavati nella zona? Una specie di discarica senza le procedure e i costi di una discarica? Il sindaco Ferrari aveva dichiarato che si era battuto, ed aveva ottenuto, che non si sarebbero occupati nuovi terreni che non fossero già industriali, accusando quelli di prima che avevano fatto una variante (Variante Aferpi) per occupare aree vergini lato Quagliodromo. Farà invece anche lui una variante urbanistica? Oppure starà immobile, ritenendo che il progetto stesso, di 'preminente interesse strategico nazionale' non abbia bisogno di varianti urbanistiche?".
"Prendiamo atto positivamente - ha concluso Legambiente - che Metinvest si impegna ad utilizzare le migliori tecnologie ambientalmente sostenibili e disponibili. Al contempo constatiamo che, in questo nuovo Accordo di Programma, per quanto sopra riportato, siano stati tralasciati aspetti rilevanti sul fronte ambientale di cui doveva farsi carico proprio il Comune di Piombino, nell’ottica di tutelare e favorire il territorio, ed invece non ci sono elementi innovativi ma al contrario, su questo ambito, vi siano dei preoccupanti passi indietro".
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