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Attualità lunedì 07 marzo 2016 ore 22:19

Botta e risposta su Rimateria, ma i dubbi restano

Un nuovo incontro per chiarire le idee sul progetto Rimateria. Al Perticale, Valerio Caramassi ha incontrato i cittadini e risposto alle loro domande



PIOMBINO — Si è svolto un nuovo incontro pubblico per promuovere le ragioni di Rimateria. Il sesto incontro per la precisione che segue due riunioni della Commissione Ambiente, due consigli comunali a Piombino e uno a Campiglia.

A tessere le fila del discorso è stato Valerio Caramassi che ha fatto nuovamente il punto su Rimateria, la nuova configurazione societaria che nasce dalle ceneri della vecchia Tap. Rimateria è per il 75,1% di Asiu a sua volta di proprietà di sei Comuni (i cinque della Val di Cornia più Castagneto Carducci). La società ha lo stesso oggetto sociale di Tap, ovvero il recupero, il riciclo e lo smaltimento dei rifiuti speciali. 

Un obiettivo, come più volte denunciato, per il quale non si è mai agito. Ma ora, sembrerebbe arrivato il momento di fare qualcosa. I numeri, del resto, parlano chiaro: in Italia i dati dell’ultimo rapporto Istat parlano di 2.400.000 tonnellate di rifiuti prodotti di cui 170mila speciali; in Toscana nel 2013 si segnalano 2,24 milioni e 12milioni speciali di cui 500mila pericolosi; a Piombino stando ai dati del Piano Regionale 20mila tonnellate di rifiuti urbani e 2milioni di tonnellate di rifiuti speciali “depositati” nell’area Lucchini (per la LI53 si parla di 50/60mila tonnellate di rifiuti). Al di là del fatto che si tratteranno rifiuti, le previsioni di quest’area ruotano attorno a un programma che rispetta l’ambiente e l’estetica alle porte della città.

Anche questa volta le persone presenti all’incontro hanno potuto esporre i propri dubbi sulla discarica a 200 metri dalle abitazioni e alla bocca di Piombino; non sono mancate domande e considerazioni.

La linea comune è la preoccupazione della presenza dell’amianto. Sin dal primo intervento, infatti, è emersa la preoccupazione per la realizzazione di una discarica, ritenuta una soluzione provvisoria, rispetto all’inertizzazione, in quanto continuerebbe comunque a creare inquinamento.

Parla anche un residente dalla zona Colmata che riporta il problema a monte e rilancia l’amarezza della realizzazione di una discarica voluta. Prende la parola anche Bruschi di Legambiente che esterna la preoccupazione per la presenza di rifiuti pericolosi all’interno delle acciaierie. Bonifica, riempimenti e rielaborazioni dei materiali presentati devono rispettare precisi tempi e rilancia le domande presentate in una nota qualche giorno fa.

Ricco di spunti l’intervento del sindaco Giuliano Parodi che espone in primis i dubbi sulla nascita di una società in cui partecipa Asiu che ha già un debito che pesa come una spada di Damocle sulla testa dei sei Comuni. In secondo luogo sono state chieste le garanzia e la capacità di sostenere questo nuovo investimento soprattutto se si chiede l'investimento privato. Il sindaco Parodi poi ha sollevato il dubbio sull’investimento fatto con i soldi pubblici, chiedendo piuttosto l’intervento di chi ha prodotto quei materiali pericolosi per esempio nel caso della LI53.

Da parte del consigliere del Movimento 5 Stelle Daniele Pasquinelli è stata rinnovata la richiesta di un piano finanziario e il programma che si prefigge di attuare.

E, infine, dal momento che fa paura che a Piombino arrivino rifiuti pericoli da altre parti d’Italia, la proposta di scrivere nero su bianco che nell’eventuale futura discarica piombinese verranno conferito solo i materiali pericolosi del territorio.

Valerio Caramassi ha man mano risposto ai diversi dubbi, puntualizzando in sostanza che il problema esiste e che è necessario intavolare una soluzione osservando questo progetto o proponendo altro. Per quanto riguardo, invece, l'aspetto economico, ha specificato che la vendita delle quote e i finanziamenti saranno funzionali a risollevare la situazione Asiu. 

Insomma, una riunione sulla falsariga delle pretendenti dove è stato presentato il progetto Rimateria e lasciato spazio alle perplessità dei cittadini.

Dina Maria Laurenzi
© Riproduzione riservata


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