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Politica venerdì 07 gennaio 2022 ore 11:25

Sanità, "non servono ricette fantasiose"

Il segretario dell'Unione comunale Pd ha smontato la proposta del centrodestra di guardare verso sud e l'Azienda Usl sud est per salvare l'ospedale



PIOMBINO — La proposta di Fratelli d'Italie e Forza Italia sulla di staccare Piombino dalla provincia di Livorno per aderire a quella di Grosseto e, contestualmente, passare sotto la Asl Sud Est che raggruppa Grosseto, Siena e Arezzo, lascia un po' perplesso il segretario dell'Unione comunale Pd Andrea Baldassarri.

"Secondo Fratelli d'Italia tale passaggio garantirebbe a Piombino vantaggi importanti, in particolare nell'ambito della sanità. La proposta, in realtà, non è nuova e fu oggetto già nel 2013 di una raccolta di firme, a cui seguì una delibera del Consiglio comunale. - ha ricordato - Personalmente sono contrario a questa soluzione, per vari motivi, che provo a spiegare. Le province sono, ormai da molti anni, un ente con poteri residuali e limitati a poche materie, che, incidentalmente, non hanno niente a vedere con la sanità. Una simile scelta isolerebbe Piombino dagli altri comuni della Val di Cornia, ambito che, al contrario, deve tornare ad essere il nostro orizzonte di programmazione economica e di sviluppo".

"Nel settore della portualità e della logistica, per noi fondamentale, Piombino sarà chiamata a contribuire allo sviluppo della Zona Logistica Semplificata toscana, sfida che offre importanti opportunità e che richiede collaborazione e sinergia con Livorno, non una velleitaria separazione. - ha aggiunto - In questo quadro l'idea che il porto di Piombino debba fare da solo e possa trovare la propria dimensione come porto del Golfo di Follonica è riduttiva e totalmente anacronistica. Tutto ciò senza contare il legame che, come porto turistico, abbiamo con l'Elba, che molto difficilmente sarebbe disposta a seguirci in questa avventura".

"In generale dovremmo guardare oltre la dimensione provinciale che, con l'attuale assetto istituzionale, ha una rilevanza molto limitata. Ci sono ambiti, come quello turistico, nel quale una cooperazione con Follonica o con le Colline Metallifere è utile e necessario ed altri, come quello della portualità, per il quale è invece necessario mantenere solidi i nostri legami storici e istituzionali con Livorno. Ci sono, inoltre, alcuni temi, come quello della modernizzazione del nostro sistema di trasporti (corridoio tirrenico, ferrovia, aeroporto) per i quali dovremmo unire le forze con le altre province della Costa (Grosseto, ma anche Pisa e Massa Carrara) per aumentare il nostro peso nel governo regionale, piuttosto che alimentare guerre tra di noi. Se poi si guarda alla sanità non vedo come il passaggio ad un'altra provincia potrebbe risolvere i pur gravi problemi che ci troviamo di fronte".

"La sanità, per cominciare, è ormai governata da grandi Asl sovraprovinciali. - ha evidenziato Baldassarri -
Passando alla Asl Sud Est, che comprende le provincia di Grosseto, Siena e Arezzo, ci troveremmo ad avere a che fare con un ente il cui centro di riferimento è l'ospedale le Scotte di Siena, così come a Siena si trovano i centri decisionali. Per la cronaca la provincia di Grosseto ha ben cinque piccoli ospedali, tra i quali quello di Massa Marittima. Pensiamo che abbiano meno difficoltà del nostro? Questi piccoli ospedali, ad esempio, hanno propri punti nascita? La risposta è no. L'unico punto nascita in provincia di Grosseto è quello nel capoluogo. A meno che non si intenda tornare all'idea dell'ospedale a Riotorto, che, oltre ad essere, a mio parere, difficilmente percorribile, si scontrerebbe proprio con gli interessi dell'ospedale di Massa".

"Il problema, semmai, è chiarire quale debba essere il progetto di sviluppo della nostra sanità, partendo dai nostri dati demografici ed epidemiologici (quanto siamo vecchi, che malattie abbiamo, quali sono i nostri rischi prevalenti) e sulla base di questo stabilire priorità ed obiettivi, tenendo conto che una sanità moderna è fatta di servizi ospedalieri efficienti, ma anche di servizi territoriali, assistenza domiciliare, prevenzione ecc.
In questo senso servono innovazione a capacità di pianificazione, non ricette fantasiose. - ha commentato - Poi si deve, senza timori reverenziali, aprire un confronto, se necessario duro, con la Regione per imporre il rispetto degli impegni presi e interrompere il processo di decadenza dei nostri servizi. L'amministrazione avrebbe, secondo me, il dovere di unire la nostra comunità, maggioranza e opposizione, in questo tentativo e non quello di buttare la palla in tribuna impegnando la città per chissà quanto tempo in una discussione meramente teorica. La situazione della nostra città è, purtroppo, grave - ha concluso - e non accenna a migliorare. In questo momento, mettersi a discutere di ingegneria istituzionale, significa solo buttare via tempo prezioso".


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