Attualità sabato 22 febbraio 2025 ore 17:09
"Sforzo per dare alla Parchi sostegno necessario"

Da Legambiente una serie di proposte per ridisegnare presente e futuro della Parchi Val di Cornia
PIOMBINO — "La discussione di questi giorni sulla Parchi Val di Cornia Spa e la presa d’atto di una situazione di gravità economica finanziaria dettata dalla proroga tecnica del contratto di servizio a tempo, delinea in maniera inequivocabile lo scarso interesse per questa società da parte dei soci". Anche Legambiente è intervenuta nel dibattito attorno al dibattito su presente e futuro della Parchi Val di Cornia.
"Da anni oramai leggiamo di tensioni sulla composizione del CdA, ad oggi espressione del solo Comune di Piombino, una vera anomalia, e della modalità oramai consolidata dell’approvazione dei bilanci di spesa preventivi sempre in riduzione e sempre in ritardo, che creano di conseguenza problemi per la gestione e programmazione ottimale della società. - ha proseguito l'associazione - Le sbandierate azioni di rilancio non sembrano aver dato alcun risultato, pertanto, perseverare in tale direzione appare una inutile perdita di tempo senza considerare la frustrazione di chi lavora nella società. Leggiamo ancora, che la discussione verte sempre su questioni di basso profilo, quali i costi di gestione dei vari parchi ed i contributi dei singoli comuni, perdendo di vista il vero valore del progetto Parchi quale progetto unitario per l’intero territorio. I soci non hanno ancora compreso che la gestione unitaria di emergenze storico culturali e ambientali, che sono gli elementi di eccellenza e di peculiarità dei nostri territori sia per i residenti che per i nostri ospiti, è l’elemento cardine che permette loro di risparmiare denaro pubblico. I soci non devono cadere nel ragionamento grossolano per cui qualcuno di loro potrebbe risparmiare al di fuori della gestione unitaria sotto l’azione della Parchi. Chi crede questo dimostra di non avere chiaro il progetto Parchi proprio sul profilo economico finanziario".
Legambiente, di fronte a questa situazione, si è appellata dunque ai soci chiedendo loro di "approntare uno sforzo serio e risolutivo per dare alla Parchi il sostegno necessario, per continuare il proprio lavoro e contestualmente suggeriamo alle forze politiche e sociali del territorio di avviare una discussione seria e di prospettiva per questa società pubblica".
"Dobbiamo anche dire - hanno proseguito dall'associazione ambientalista - che, il progetto iniziale della Parchi, non è stato portato a compimento, mancando alla gestione diretta molte aree previste dal progetto iniziale, quali il Parco di Montioni, il Promontorio di Piombino e il Parco di Poggio Neri a Sassetta e comunque, riteniamo opportuno riportare alla gestione unitaria, anche il Parco di Rimigliano da poco sottratto alla società".
Una via per risolvere i problemi? "Siamo convinti che sia necessario tornare a progettare il territorio vasto e riaprire una stagione di programmazione delle Aree protette locali. Per questo riteniamo come primo passo, il passaggio delle ex-ANPIL in Aree protette di valenza regionale secondo la normativa regionale vigente. Contestualmente attraverso, l’individuazione di nuovi e coordinati strumenti di tutela, una nuova Riserva Naturale regionale in grado di unire l’esistente Riserva di Orti-Bottagone all’ex ANPIL Sterpaia ed all’ex Parco Provinciale di Montioni ed ancora l’ampliamento della zona tra la ZSC Promontorio di Piombino e Monte Massoncello e l’area urbanizzata di Piombino per la zona nota come Parco di Punta Falcone. Infine l’istituzione del parco fluviale del Fiume Cornia, già interno ai progetti del Contratto di Fiume".
La proposta secondo Legambiente sarebbe quella di avviare un disegno di Parco regionale, che potrebbe portare maggiori garanzie alle aree protette e contestualmente avere un sistema di finanziamento anno per anno diverso dall’attuale. "Tutto questo crediamo che sia la naturale evoluzione di una società per azioni, nata in un certo periodo storico per permette di gestire ingenti flussi di finanziamenti e che oggi, forse non sembra l’assetto giuridico più consono per gestire il presente e con dei soci che, oggi, sembrano aver smarrito il proprio orizzonte su questo argomento. Avere il coraggio anche di mettere in discussione la natura della Parchi può aiutarci a trovare qualche soluzione, senza però perdere di vista la gestione unitaria del patrimonio diffuso e la sua evoluzione di tutela", hanno concluso dall'associazione ambientalista.
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