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Politica martedì 14 giugno 2016 ore 11:33

"Inaccettabile che un'istituzione ceda al ricatto"

Carla Bezzini (Un'altra Piombino) in consiglio comunale

La decisione dal Tar e la variante di Poggio all'Agnello tornano ad animare l'opposizione che già in consiglio ha espresso la sua contrarietà



PIOMBINO — La storia è ormai nota, ma si articola attorno a due nodi principali: il ricorso al Tar per la concessione della spiaggia a uso privato nel golfo di Baratti e la variante che permette di rendere il 40 per cento della struttura di Poggio all’Agnello da Rta in alloggi. E su quello che sta diventando un vero e proprio caso politico, oltre che amministrativo, è intervenuta Un’altra Piombino

“Nella delibera di variante si prendeva atto delle perdite gestionali correlate all'investimento iniziale e del conseguente minacciato fallimento della società. – si legge in una nota – Si sottolineava inoltre che, secondo la società immobiliare, una delle cause delle proprie criticità economiche era da rinvenire nella mancata concessione di spiaggia privata attrezzata. Per questo l'amministrazione comunale aveva già stipulato il 27 aprile un'intesa preliminare con la società in base alla quale la stessa si impegnava a rinunciare al contenzioso, a pagare gli oneri di urbanizzazione e al versamento di un contributo straordinario nonché a realizzare una nuova strada di accesso al resort, a scomputo del contributo”.

“Il nostro giudizio su tale variante è stato fortemente negativo. – ha sottolineato il coordinamento di Un’altra Piombino – Prima di tutto è inaccettabile che un'istituzione pubblica ceda al ricatto di un'impresa privata che, minacciando la chiusura del proprio esercizio e il licenziamento delle maestranze, chiede una variante ad hoc. Si crea anche un pericoloso precedente per quanti, in crisi di gestione, potrebbero d'ora in avanti chiedere lo stesso favore da parte dell'amministrazione comunale. In mancanza di una adeguata programmazione turistica territoriale si ricorre ad una gestione disinvolta degli strumenti urbanistici, guardando più agli interessi di alcune cordate immobiliari che agli interessi del territorio e della comunità. Il rischio d'impresa ha a che fare con adeguate capacità gestionali, non con varianti di salvataggio”.

A non convincere anche la posizione del sindaco Massimo Giuliani (leggi l’articolo consigliato, ndr) che in un comunicato stampa oltre a sottolineare la correttezza della posizione del Comune di Piombino ha confermato il proseguo dell’iter per la variante. Per Un’altra Piombino la domanda è lecita: "se il comune era convinto della legittimità delle sue posizioni, perché non è andato avanti nelle sue giuste posizioni e non ha atteso di arrivare a sentenza invece di affrettarsi a deliberare la variante?".

Il sindaco lo ha detto: il percorso urbanistico di variante non è subordinato alla sentenza del tribunale. Quindi, secondo Un’altra Piombino, la variante al Piano Strutturale d’Area e al Regolamento Urbanistico ha la sua motivazione principale ed esclusiva nella volontà di scongiurare la chiusura di un'attività turistico-ricettiva di grande importanza economica e occupazionale per il nostro territorio. “Noi crediamo – ha concluso Un’Altra Piombino - che a dettare la programmazione territoriale non debbano essere le questioni interne di alcuni imprenditori, ma una visione più ampia e lungimirante ispirata all'interesse delle comunità”. 


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