Lavoro mercoledì 20 novembre 2024 ore 11:19
Aziende ortofrutticole, lente sulla sostenibilità

Cia Etruria: "Noi vogliamo affrontare tutta una serie di problemi, a partire dal reddito che non è più sostenibile per molte aziende"
CAMPIGLIA MARITTIMA — “La sostenibilità dele filiere ortofrutticole”, questo l’oggetto del convegno organizzato da Cia Toscana e Cia Etruria a Venturina Terme, presso la Cooperativa Terre dell’Etruria. Una scelta non casuale quella della location, poiché situata nel cuore di quello che è ormai noto come “orto della Toscana”, gravemente ferito dalla recente alluvione la cui conta dei danni non è stata ancora ultimata.
“Parlare di sostenibilità evoca subito l’idea di ambiente - ha detto Cinzia Pagni, presidente Cia Etruria - in realtà noi vogliamo affrontare tutta una serie di problemi, a partire dal reddito che, purtroppo, non è più sostenibile per molte, troppe aziende. Il nostro dovere come organizzazione- ha continuato- è quello di fornire delle risposte avvalendoci del contributo di studiosi universitari, OP, cooperative, produttori che lavorano nel settore ortofrutticolo”.
Convinta della necessità distabilire azioni urgenti a livello istituzionale per salvaguardare il mondo agricoloanche la sindaca di Campiglia Marittima, Alberta Ticciati. “L’ortofrutta - ha sottolineato - rappresenta uno degli elementi principali della vita e oggi è a rischio di sostenibilità. L’evento alluvionale ha condizionato un’intera comunità, comprese le aziende agricole e le istituzioni, a partire dalla Comunità Europea, devono attuare azioni a loro supporto. Inoltre - ha concluso Ticciati - è tempo che le stesse istituzioni facciano una scelta affiché l’orto della Toscana non si trasformi nell’orto dei pannelli fotovoltaici”. Quello del reddito agli agricoltori resta un punto fermo per il quale si attendono interventi incisivi e concreti affinché non si debba assistere impotenti ad un sempre più progressivo spopolamento delle campagne e abbandono dei campi.Dagli interventi è emerso che il consumatore apprezza il prodotto toscano; ciononostante nel tempo i consumi oltre ad essere diminuiti sono anche cambiati ad appannaggio di ortaggi più semplici, versatili e veloci da cucinare come la zucca, poco utilizzata fino a qualche anno fa.
“Non è possibile accettare le vendite sottocosto - ha evidenziato Pagni - poiché questo provoca l’esaurimento delle nostre aziende, delle proprietà e degli agricoltori stessi. Noi da qui dobbiamo ripartire- hachiosato- con un costo minimo di produzione e con accordi di filiera fatti dalle OP edalle cooperative in modo da riconoscere il giusto valore al prodotto primario”.
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