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Attualità giovedì 02 luglio 2020 ore 09:05

Gatto ucciso, "strumentalizzato il fatto"

La stazione di Campiglia

Andrea Panerini, Pastore Protestante Agape di Firenze: "Strumentalizzato il fatto che l’uccisore fosse un africano richiedente asilo"



CAMPIGLIA MARITTIMA — Pubblichiamo integralmente la lettera aperta inviata da Andrea Panerini, Decano nazionale della Chiesa Protestante Unita (luterani di lingua italiana) Pastore della Chiesa Protestante Unita Agape di Firenze, in merito al caso del gatto ucciso e cucinato davanti alla stazione di Campiglia Marittima.

"Gentile Direttore, mi vedo costretto dalla mia coscienza e dal mio ruolo ad intervenire pubblicamente circa l’orrenda uccisione di un gatto alla stazione di Campiglia Marittima di due giorni fa, anche perché piombinese di nascita e di formazione, almeno fino al liceo classico. Avrei preferito continuare ad occuparmi dei miei amati studi sul conciliarismo nella Chiesa d’Occidente del XV secolo e della cura pastorale dentro la mia Chiesa, ma quello che ho letto sui mezzi d’informazione e sui social media (nei quali sono stato ricoperto d’insulti anche personali quando ho provato a contestualizzare e problematizzare l’avvenuto) mi hanno convinto a scrivere questa lettera pubblica.

Ciò che è avvenuto al povero micio (ho cinque gatti e tre cani con la mia coinquilina nella mia casa a Firenze) è orrendo e senza giustificazioni in sé. E’ altrettanto orrendo e ingiustificabile l’uso da latrina che alcune forze politiche hanno fatto di questo increscioso episodio in vista delle imminenti elezioni regionali, strumentalizzando il fatto che l’uccisore fosse un africano richiedente asilo. Personalmente, con tutta la cristiana carità a cui ho cercato di attingere, non credo che a questi politici interessi nulla del povero gatto trucidato. Quando, nell’aprile 2017, fu scuoiato e appeso a un cartello stradale un lupo a Suvereto, non ho certo percepito questa reazione politica né popolare e furono le encomiabili associazioni animaliste a creare lo scandalo che finì sui giornali di mezza Italia e in Parlamento, ma con poco e disinteressato seguito popolare, forse perché, un anno dopo, gli inquirenti sospettarono di un bianco e insospettabile ragazzo di Riotorto.

Il ragazzo ivoriano che si è reso responsabile di questa atrocità è stato trattenuto e poi denunciato a piede libero ed è giusto che la giustizia compia il suo corso poiché ha violato la legge. Ma un ragazzo che dice che lo ha fatto 'per fame' non comprendendo che ci siano altri canali per poter soddisfare questo primario bisogno attraverso la diaconia delle Chiese (Caritas, Esercito della Salvezza ed altri…) e i (pochissimi) canali pubblici, ci dovrebbe far riflettere molto.

Perché non ricapitino più episodi del genere la repressione non basta, anzi direi che è proprio sterile ed inutile. Se le autorità pubbliche, compreso il Sindaco di Piombino - che strumentalizza in maniera vergognosa il proprio gatto in foto pubbliche - non capiscono che violenza, delinquenza, insicurezza vanno affrontate nel capire l’abisso di dolore, disperazione e povertà di migranti e anche di molti italiani, non si andrà mai lontano e non si rivolveranno mai questi problemi: con piena soddisfazione di certi politici che hanno basato la loro carriera sulla paura.

Senza cultura, senza integrazione, senza giustizia sociale, senza riflettere il ruolo dell’Occidente rapace nella povertà dell’Africa, non verremo mai a capo delle migrazioni 'economiche' e della sempre crescente ingiustizia anche tra italiani. Si è voluto cercare una vittima 'espiatrice' per coprire anni e anni di crescente ineguaglianza ed attizzare i penultimi (sovente poco istruiti e sollecitati a esprimere opinioni sui social media nonostante la loro palese ignoranza sul problema) contro gli ultimi. È più facile, rende un attraente consenso sociale ed elettorale.

Una signora, su Facebook - pensando di offendermi - mi ha detto di andare a 'inginocchiarmi assieme a don Biancalani'. Mi ha invece involontariamente fatto un grosso complimento. Io e don Biancalani, con le nostre imperfezioni e i nostri limiti, cerchiamo di predicare il Vangelo con i suoi valori e principi non negoziabili di amore, perdono, misericordia ed accettazione delle diversità a un paese che si sta riscoprendo avido di sangue di neroniana memoria. E’ proprio vero che il sonno della ragione (ma aggiungerei anche del cuore) genera mostri".


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