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Politica lunedì 07 febbraio 2022 ore 18:55

Bezzini nell'occhio del ciclone dopo il post

Carla Bezzini

Secondo l'associazione A sinistra l'assessora dovrebbe rimettere la delega alle Pari opportunità, per la maggioranza è stata distorta la realtà



PIOMBINO — Un post Facebook ha scatenato una bufera attorno all'assessora del Comune di Piombino Carla Bezzini. 

"Giro su Rai1 e mi trovo davanti Mahmood e la sua voce fastidiosa. Con le giarrettiere. Spengiamo, che è meglio", aveva scritto l'assessora durante la terza serata del 72esimo Festival di Sanremo quando il cantante si era esibito sul palco dell'Ariston con un completo Fendi con bermuda, gambaletti e reggicalze da uomo.

La frase ha scosso la sensibilità di molte persone tanto che l'associazione A sinistra Piombino ha chiesto all'assessora Bezzini di rimettere la delega alle Pari Opportunità in quanto il suo post avrebbe minato la libertà di espressione del cantante.

"Il post sul cantante Mahmood, che Carla Bezzini, assessore con delega alle Pari opportunità, del Comune di Piombino, ha scritto su Facebook è molto grave. - hanno commentato - E come afferma anche Arcigay Livorno, ci dice che la strada per l’accettazione delle unicità degli altri e delle altre è ancora lunga. Questo non è il primo segnale dell’inadeguatezza nel ruolo: non scordiamo la mancata presa di posizione da parte della Commissione Pari opportunità sul post discriminatorio nei confronti delle donne. Piombino e la sua storia di lotta per i Diritti civili non meritano questo tipo di rappresentanti. Chiediamo che l’assessora rimetta immediatamente la delega alle Pari opportunità nelle mani del sindaco Francesco Ferrari e che a questa richiesta si uniscano le cittadine e i cittadini, le associazioni e tutte le forze politiche che ritengono gravi e discriminatorie le parole dell’assessora".

A fare scudo attorno all'assessora Bezzini la coalizione di maggioranza Udc-Civici popolari liberali, Lega Salvini Premier, Lista Ferrari sindaco, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lavoro e ambiente.

"La recente polemica sollevata dai ranghi più beceri della sinistra piombinese può essere definita in un solo modo: ridicola. Come al solito, si sfrutta ogni parola pronunciata o scritta da un esponente dall’amministrazione comunale e si strumentalizza per cercare di metterne in ombra l’operato. Come se il fatto che all’assessore Bezzini non sia piaciuta la performace di Mahmood la renda meno brava o competente in materia di Pari opportunità o Ambiente. Scambiare un commento di costume dell’assessore Bezzini per un commento omofobo è semplicemente distorcere la realtà. E questo non solo perché Carla Bezzini è persona profondamente impegnata nella difesa dei diritti civili e sensibile ai temi Lgbt. Ma soprattutto perché quel commento sulla propria pagina Facebook è una mera espressione del proprio gusto personale. Assistiamo, quindi, all’ennesima dimostrazione della pochezza della sinistra cittadina che però dà chiaramente la misura di quanto essa non sappia più a cosa appigliarsi per criticare questa amministrazione".

Nel merito della vicenda è entrata anche la segreteria Cgil della provincia di Livorno. "L’assessora Carla Bezzini del Comune di Piombino forse non ha chiaro il concetto di pari opportunità, lanciato dai movimenti femministi, è diventato legge con la L.125/1991. Il concetto di discriminazione indiretta, ma nel caso della dichiarazione di Bezzini nei confronti di Mahmood siamo di fronte ad una discriminazione diretta, è stato spiegato e delineato con precisione dalla legge in questione, e nella stessa si indicano anche i processi culturali, amministrativi e politici per superarla. I comportamenti discriminanti si combattevano e si continuano a combattere tutt’oggi, grazie ad una normativa estesa e attualizzata, seppur non esaustiva. La dichiarazione di Bezzini ci riporta indietro alle deportazioni di gay e lesbiche, per non parlare delle condizioni di tutto il mondo LGBT che viveva nell’ombra e nella vergogna. E' inoltre interessante sottolineare che esiste un Ordine della Giarrettiera presieduto da Elisabetta II. Come lo stesso nome suggerisce, lo stemma dell'Ordine è una giarrettiera con sopra scritto il motto Honi soit qui mal y pense (Sia vituperato chi ne pensa male). Non conoscenza e pregiudizio non vanno d’accordo con i tempi che viviamo e con la storia che purtroppo siamo stati costretti a subire. Chi riveste un incarico pubblico, non importa se di destra o di sinistra, ha il dovere non solo di di rappresentare tutt*, ma anche di dimostrare rispetto e volontà di inclusione".


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