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Attualità mercoledì 22 aprile 2020 ore 18:00

Buoni spesa, più di ottocento nuove richieste

Carla Bezzini

Sono al vaglio le nuove richieste presentate nel Comune di Piombino. L'assessora Bezzini risponde alle critiche riguardo la prima tranche di aiuti



PIOMBINO — Concluso il secondo avviso pubblico per la distribuzione delle risorse stanziate dal Governo per la solidarietà alimentare. Per questa seconda distribuzione sono arrivate 833 richieste, gli uffici stanno verificando le domande pervenute e nei prossimi giorni inizierà la consegna a domicilio dei buoni organizzata dal Comune grazie alla collaborazione delle associazioni di Protezione civile.

“Erano rimaste delle risorse - ha spiegato Carla Bezzini, assessora alle Politiche sociali - e abbiamo deciso di impiegarle in un secondo bando, se ne rimarranno di ulteriori saranno dedicate nuovamente al contenimento delle criticità indotte dal Coronavirus. In molti chiedono di destinarle ad altre tipologie di sostegno come il pagamento di bollette o degli affitti ma il Governo, nello stanziarle, le ha vincolate all'acquisto di generi alimentari. La macchina della distribuzione di questo sostegno economico è stata fortemente criticata, spesso a sproposito, adducendo motivazioni in netto contrasto con la chiara normativa che regolava l’attività delle amministrazioni locali in merito. - ha spiegato l'assessora Bezzini - Per quanto l'ordinanza invitasse ad adottare misure semplificate, alcuni passaggi amministrativi sono stati ineludibili, per cui si è reso necessario mettere in piedi una macchina organizzativa complessa in tempi estremamente rapidi e con tutte le limitazioni dovute dalla collocazione dei dipendenti comunali in lavoro agile da parte dei decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ciò ha richiesto un notevole sforzo degli uffici, che anche in questa occasione non manco di ringraziare. Così come ringrazio le associazioni di volontariato che stanno dando un contributo determinante nella gestione di questa emergenza”.

“Riguardo la vicenda dei buoni - ha continuato Bezzini rispondendo alle numerose critiche rispetto all'argomento sollevate in questi giorni - si leggono molte inesattezze ma bastava aver letto l'ordinanza della Protezione Civile in merito per non affermare tante strumentali sciocchezze: l'ordinanza in questione assegnava ai Comuni 400 milioni per interventi di solidarietà alimentare da effettuarsi il più velocemente possibile, in relazione all'emergenza sanitaria da Covid-19. Visto il carattere di necessità e urgenza, l’ordinanza imponeva procedure semplificate sostenute solo da autocertificazioni. La prima prescrizione imponeva di individuare i destinatari tra chi maggiormente sta risentendo della contingenza indotta dal Covid-19, la seconda di dare priorità a chi non sta già beneficiando di forme di sussidio pubblico. L’accesso al beneficio era consentito ai richiedenti fino ad esaurimento delle risorse disponibili che, per il comune di Piombino ammontavano a poco meno di 200mila euro. L'amministrazione si è attenuta a queste prescrizioni e ha recepito la modulistica fornita dall’Anci. Certe fantasiose affermazioni riguardo una distribuzione di meno risorse, con buoni più piccoli e ad un numero contenuto di persone, sono assolutamente prive di fondamento, per non dire strumentali: abbiamo distribuito buoni spesa con un taglio da 50 euro ciascuno. La somma complessiva del sostegno economico per ogni famiglia è stata commisurata al numero delle persone che compongono il nucleo familiare, come richiesto dall’ordinanza, e l’elasticità dei parametri ha permesso di accogliere tutte le motivate richieste".

"Le operazioni di distribuzione si sono svolte in modo efficiente e senza significativi problemi, fatta eccezione per quell'unico, circoscritto episodio, certamente condannabile, ma che deve essere riportato alla sua giusta dimensione: è stato strumentalizzato al punto da farlo apparire come la cifra distintiva di tutta l'operazione. Non è stato così, perché nelle altre cinque postazioni non si è verificato nessun inconveniente e le misure di sicurezza sono state rispettate. Anche la leggenda delle persone chiamate per nome deve essere smentita: i buoni erano numerati e anonimi. Quindi, in buona sintesi, il Comune ha seguito rigidamente le indicazioni date dalla normativa e i cittadini che avevano bisogno di sostegno l’hanno ricevuto nella misura indicata dal Governo nello stanziare i fondi. Certamente il fare implica, talvolta, il compiere degli errori: chi non fa di certo non può sbagliare”, ha concluso l'assessora.


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