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Lavoro domenica 19 settembre 2021 ore 12:10

"Nessuno ha parlato dei forni elettrici"

Gli striscioni del Camping Cig

Lo ha fatto notare il Camping Cig dopo il Consiglio dedicato ai temi dell'industria. Troppe le incertezze su investimenti e tempistiche



PIOMBINO — "Agghiacciante", così il Camping Cig ha definito il Consiglio comunale straordinario sui temi della siderurgia svoltosi il 14 Settembre al Metropolitan.

"L'assenza pressoché totale dei lavoratori e dei cittadini ha confermato al Governo e alle multinazionali che della comunità di Piombino e del suo territorio possono farne ciò che vogliono. - hanno commentato in una nota - Inoltre, ha sancito ancora di più la spaccatura, che rischia di essere irreversibile, tra fabbrica e città. Una situazione grottesca per cui, mentre si doveva parlare della rinascita della siderurgia a Piombino, né la viceministra Todde, né Jsw hanno parlato neppure di striscio della costruzione di forni elettrici. Sembrava di essere su Scherzi a parte".

"Non solo, - hanno proseguito dal Camping Cig - non è stata citata alcuna cifra che il governo intende investire nello stabilimento, né alcuna scadenza precisa. Anche sulla firma del famoso memorandum per l'ingresso di Invitalia nella proprietà dello stabilimento sono stati vaghi e ambigui per cui molti, alla fine, si sono chiesti se avessero già firmato, o meno. Una specie di giallo, insomma. Ciò che è apparso, tragicamente, chiaro è che lo Stato non tornerà a comandare nello stabilimento, accettando il ruolo solo di bancomat, con i soldi delle tasse di tutti, a favore di Jsw. È pure chiaro che, in un ipotetico piano nazionale della siderurgia, a Piombino è stato assegnato il ruolo di cenerentola degli stabilimenti italiani. Stando così le cose, è stata decretata la fine della siderurgia a Piombino, per sempre". 

A questo punto, il Camping Cig senza troppi fronzoli chiede quanti esuberi ci saranno e come si intende ricollocarli, invitando a trovare soluzioni per "evitare che i lavoratori facciano la fine di quelli dell'indotto licenziati e diventicati".

"Noi continuiamo a dire che la comunità di Piombino, tutta insieme, con le lotte necessarie deve costringere il governo ad adottare un piano di rinascita per Piombino, con forti risorse pubbliche. Piano che serva per tornare a colare acciaio perché lo Stato si riprende le acciaierie; serva per bonifiche, smantellamenti, infrastrutture, diversificazione e servizi pubblici, a partire da quelli sanitari. Nel Consiglio comunale è emersa come nuova scadenza quella del 31 Dicembre 2021. Allora, svegliamoci! Sindacati, istituzioni locali, lavoratori e cittadini tutti insieme lavoriamo per una grande mobilitazione del comprensorio che dica chiaramente al governo che Piombino aspetta da anni di essere liberata dalle macerie, sotto le quali l'hanno sepolta multinazionali e governi di diversi colori".


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