Attualità martedì 15 dicembre 2020 ore 17:15
Parchi, per tre sindaci futuro incerto

I sindaci Ticciati, Bandini e Scalzini bocciano il lavoro del Cda della Parchi e interpellano la Regione. Chiesto il piano di risanamento e rilancio
PIOMBINO — Un debito da 1,2 milioni di euro, nessuna strategia di rilancio e mancato coinvolgimento dei Comuni soci. Questo quanto hanno denunciato i sindaci dei comuni soci San Vincenzo, Campiglia Marittima e Sassetta rispetto alla situazione della società Parchi Val di Cornia.
Proprio in merito a questi i sindaci Alberta Ticciati di Campiglia, Alessandro Scalzini di Sassetta e Alessandro Bandini di San Vincenzo hanno firmato una lettera indirizzata alla Regione Toscana per accendere i riflettori su una situazione che si protrae da circa un anno e che preoccupa i sindaci, un anno a detta dei tre sindaci caratterizzato da eventi e situazioni che hanno "impoverito e messo a repentaglio la tenuta della società condotta in maniera spregiudicata, rinunciando al valore di condivisione, collaborazione, mutualismo che da sempre ne ha caratterizzato l'elemento fondante".
"Dal 2002 la società Parchi Val di Cornia si è basata su una convenzione quadro sottoscritta dai Comuni secondo la quale le risorse naturali e storico-archeologiche dei parchi, indipendentemente dallo loro collocazione geografica, rappresentano un patrimonio unico del territorio e dovevano essere gestiti con un unico contratto di servizio avente per oggetto l’insieme dei servizi erogati nel sistema dei parchi". Nella convenzione veniva inoltre indicato che i corrispettivi che i Comuni dovevano versare erano valutati in proporzione al numero degli abitanti residenti. Nel tempo sono succedute dei cambiamenti che sono stati riportati nella lettera indirizzata alla Regione: "sottratte rilevantissime risorse proprie (aree di sosta), dal 2012 il riparto delle perdite d’esercizio tra i soci non avviene più sulla base dei principi mutualistici previsti dalla convenzione quadro del 2002, si sono ridotti i beni gestiti (la società ha abbandonato da anni le strutture di accoglienza nel Parco naturale di Montioni e dal 2020 non ha più la gestione del parco di Rimigliano). Con l’aggravarsi del quadro economico si sono ridotti la capacità d’investimento e la qualità della gestione, in parcolare nei parchi naturali".
Il 2020, come segnalato dai tre sindaci, ha fatto registrare un ulteriore peggioramento del quadro generale: "sono stati sottoscritti contratti di servizio separati che hanno sancito la fine del modello mutualistico, ciascun Comune è stato posto di fronte alla sostenibilità dei propri beni, si è ulteriormente abbassata la capacità di autofinanziamento e complessivamente aumentano i contributi richiesti ai Comuni per il ripiano delle perdite".
Il quadro economico finanziario della società relativo al bilancio consuntivo 2019 non incoraggia i sindaci di Campiglia, San Vincenzo e Sassetta che hanno sottolineato come il deficit di 1,2 milioni di euro rappresenti la metà di circa i 2,5 milioni coperto in parte con il contributo delle amministrazioni comunali attraverso i contratti di servizio.
"Addirittura il bilancio di previsione 2020 deliberato solo a maggioranza dal Cda non è stato possibile neanche metterlo in votazione da parte della Conferenza dei Sindaci perché presentato con una perdita netta di 420mila euro e mancante di qualsivoglia indicazione circa le modalità della sua copertura, requisito, invece, indispensabile per l’approvazione da parte dei sindaci", hanno spiegato immaginando nuove perdite per l'esercizio finanziario 2021.
Ma le criticità per i tre sindaci non sono solo economiche, ma riconducibili proprio al Cda. In questo ultimo periodo, oltre alla bufera sulla Parchi che si è scatenata sull'uso della foresteria dell'Acropoli e la gestione del bar del museo, è emersa "l'incapacità dei nuovi organi direttivi di elaborare e proporre il Piano industriale e di risanamento pluriennale più volte richiesto dai sindaci e richiesto dalla legge per scongiurare il rischio del collasso della società e il conseguente danno per le comunità locali". A mancare, hanno sottolineato i sindaci, anche il piano di rilancio del progetto della Parchi per immaginare un futuro della realtà che coinvolge tutta la Valdicornia.
I tre sindaci a questo punto chiedono coinvolgimento e condivisione per il futuro della Parchi Valdicornia.
"Non mettiamo in discussione la Parchi ma il lavoro del Cda (nominato a maggioranza dai Comuni di Piombino e Suvereto, ndr). - hanno commentato i sindaci durante la conferenza stampa indetta proprio per fare il punto sulla Parchi - Non è un problema politico ma di strategia sulla quale non abbiamo modo di misurarci".
A questo punto, dunque, per Ticciati, Bandini e Scalzini occorre interrogarsi se l'esperienza Parchi da sempre ritenuta innovativa e virtuosa sia ancora valida e se può ancora essere un vero strumento di promozione e sviluppo del territorio. Quindi, la richiesta di una mano tesa dalla Regione Toscana.
Dina Maria Laurenzi
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