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Attualità mercoledì 29 marzo 2023 ore 09:34

Demolizioni e futuro acciaio, dal limbo all'oblio

Vista sulle acciaierie di Piombino

Lavoro e Sviluppo: "Evidente volontà politica tesa all’abbandono dell’ipotesi di una qualsiasi prospettiva industriale per il nostro territorio"



PIOMBINO — L'Appello per il lavoro e lo sviluppo a Piombino riprende il discorso delle demolizioni nell'area acciaierie e del futuro della città.

"Se vogliamo affrontare il tema delle demolizioni industriali piombinesi, lo dobbiamo fare su tre livelli distinti. - hanno esordito - Il primo è quello operativo, che riguarda gli impatti sulla sicurezza dei lavoratori, la diffusione di polveri verso la città e, in sostanza, la tutela della salute di cittadini e lavoratori. In questo ambito, è appena il caso di sottolineare che si sono violate almeno due delle regole di base delle demolizioni industriali, ovvero la necessità di procedere sempre dall’alto verso il basso, come evidenziato dai primi video circolati sui social e la buona norma che ci suggerisce di bonificare preventivamente gli impianti da tutti quei materiali (ad esempio le polveri, gli oli, ecc.) che possono rappresentare un problema durante la demolizione. Per cui si adottano le tecniche di bonifica adeguate, si procede con il relativo smaltimento in modo da eliminare i rischi nella successiva fase demolitoria. Il secondo piano è quello strategico; quando si deve affrontare un cantiere così complesso e rischioso, c’è un primo momento, di analisi, pianificazione e avvio delle attività, in cui agire in modo deciso e un secondo momento in cui è possibile gestire ciò che si è impostato. Naturalmente i due momenti sono correlati. In sintesi, se la prima fase è stata ben impostata, il cantiere procederà senza particolari problemi, viceversa, se è stata carente, il cantiere rischia di non essere più gestibile anche in termini di tutela della salute. Per questa ragione ha veramente il senso di un incredibile e anacronistico ritardo la convocazione di venerdì 24 Marzo da parte dell’amministrazione comunale, del primo incontro del tavolo istituzionale sul tema delle operazioni di smantellamento in fabbrica, anche alla presenza degli enti di controllo, azienda sanitaria e Arpat, che, peraltro, non hanno partecipato. Intervenire oggi, a lavori ampiamente avviati, non solo è complicato, anche per il ruolo dei diversi soggetti coinvolti, ma può avere unicamente la funzione di cercare di limitare le criticità; obiettivo lodevole, ma ampiamente fuori tempo. Vi è poi un terzo livello di ragionamento, che possiamo sviluppare attraverso alcune semplici domande. Si liberano delle aree all’interno del perimetro industriale, ma qual è la progettualità che le riguarda? Più in generale, quali sono i progetti di rilancio del distretto industriale di Piombino? - domandano i firmatari dell'Appello per il lavoro e lo sviluppo a Piombino - Qual è il disegno che ci si propone? E’ accettabile che un’Amministrazione sia spettatrice della demolizione di quello che era il secondo polo siderurgico nazionale senza alcuna idea o progetto di rilancio?".

"Allo stesso tempo, - i firmatari dell'appello incalzano sulla questione rigassificatore - è ragionevole insistere su percorsi di natura giudiziaria contro il posizionamento della nave rigassificatrice nel porto di Piombino, o ha più senso, iniziare una discussione seria al tavolo delle compensazioni, anche al fine di creare quelle condizioni indispensabili per la ripartenza economica del territorio, anche dal punto di vista industriale? In ultimo, in questo contesto dispiace constatare che l’unica conclusione che se ne può trarre non può essere che quella dell’espressione di una evidente volontà politica, tesa all’abbandono dell’ipotesi di una qualsiasi prospettiva industriale per il nostro territorio e, con essa, dei lavoratori che ne fanno parte, lasciando la città ad un lungo periodo di oblio, oltre che di estrema difficoltà".


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