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Attualità domenica 21 agosto 2022 ore 08:02

Edo Topi, la roccia della difesa nerazzurra

Edo Topi (Foto fornite da Marcello Cardinali)

Scompare Edo Topi, un altro pezzo di storia della Piombino calcistica. Il ricordo di Gordiano Lupi su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia



PIOMBINO — Scompare Edo Topi, un altro pezzo di storia della Piombino calcistica, uno che ha calcato i campi della serie D e della Promozione, dal 1960 al 1974, con una parentesi in Prima Categoria nel 1962 - 63, indossando sempre la maglia nerazzurra. Duecentonovantanove presenze in campionato, secondo solo a Luciano Bianchi, che ne conta 334, un simbolo della Unione Sportiva Piombino, uno che amava dire a chi lo criticava, con il tipico sarcasmo maremmano: “Per fare i palazzi ci vogliono anche i manovali”. E si considerava tale.

Terzino roccioso alla Tarcisio Burgnich, esempio tipico di quei difensori d’una volta che si attaccavano alle spalle di un avversario e non lo lasciavano respirare, marcatura a uomo, agonismo e passione, senza dimenticare la tecnica calcistica. Topi ha trovato anche il modo di segnare tre reti nel corso della carriera, nonostante fosse un terzino puro, non moltofluidificante. Io me lo ricordo bene nel Piombino della mia infanzia, quello allenato da Fiorindi, e in una storica formazione che non dimenticherò mai, perché rappresenta la prima partita vista sugli spalti del Magona: Innocenti, Topi, Chelotti, Lavarello, Fommei, Vemati, Tortelli, Arrostini, Bianchi, Maletta, Parola. In quel Piombino 1968/69 giocavano anche Puntoni, Pucci, Borgogni, Nannini, Tacchi, Veneziani, Fanco Cioni, Ennas, Semenzin e Giovannetti. Non fu un bel campionato, arrivammo in fondo alla classifica e fu l’ultima volta del Piombino in serie D negli anni Sessanta - Settanta, poi tanta Promozione e lotte sui campi minori con tanta voglia di onorare la maglia nerazzurra.

Edo Topi non si tirava mai indietro, quando c’era odor di battaglia lo vedevi sempre in prima linea, con vigore atletico, mai con cattiveria, al punto che - pur essendo un difensore - non rammento una sua espulsione dal campo. Nato nel 1945, debutta a sedici anni in Serie D, a 18 è già titolare inamovibile in Prima Categoria, per continuare, da capitano e storica bandiera, totalizzando tredici stagioni con i colori della sua vita. Non potrei immaginarlo con un’altra maglia, il grande Edo Topi, che fino a pochi giorni fa potevi incontrare in corso Italia o al Bar Falesia, a bordo di un’immancabile vecchia bicicletta, girovagare per la Trastevere che ha sempre amato.

Ricordo un episodio di tanto tempo fa, in una partita di Promozione, non rammento quale, sono passati troppi anni, con Topi in primo piano gettarsi come un falco su una palla per liberare l’area di rigore, con quella tecnica caratteristica che lo vedeva allargare le mani aperte, accanto al volto. Me lo ricordo disperato quando invece di colpire la palla di testa finì col prenderla con le mani, come se fosse stato un portiere, provocando un calcio di rigore a favore degli avversari. Edo Topi non aveva paura di niente, lui e Vemati erano baluardi insormontabili di una difesa straordinaria, sia che la porta fosse difesa da Vannoni, Guarguaglini, Innocenti come (in tempi moderni) da Costi, Bianchi, Caporali eCardinali. Topi era della generazione di Agroppi e Lancioni, ha giocato molto ed era così legato ai colori nerazzurri che è stato un esempio per i più giovani, aiutando a crescere, con la sua esperienza, difensori come Medda, Chelotti, Faggiani, Pucci e Ghini, che hanno avuto la fortuna di giocargli accanto. Me lo ricordo colonna del Quartiere Mare nei tornei estivi, come Vemati era la bandiera dei Portici e Batistini del Centro, così come sono indimenticabili le ultime gare giocate con il Trastevere di Pietro Notturni. Edo Topi era un piombinese verace, di scoglio, attaccato alla sua terra, non avrebbe potuto giocare in altra squadra che non fossero Piombino o Trastevere, anche se in Terza Categoria, perché quelli erano i suoi luoghi che profumavano di vita salmastrosa condita con acciaio e spolverino.

Adesso voglio immaginarlo in una compagine nerazzurra delle stelle che conta tra le sue fila vecchi compagni come Mazzaccherini, Zecchini e Costanzo, Vemati e Badiani, Guasti e Franco Cioni. Innocenti è ancora tra i pali che impartisce ordini alla difesa, mentre Fiorindi in panchina grida le ultime disposizioni tattiche. Edo Topi di tattica si è sempre interessato poco, per lui il calcio era lotta e agonismo, decisione e amore, passione furibonda da operaio del pallone. Per questo ci piaceva così tanto…

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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