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Attualità domenica 26 maggio 2024 ore 07:30

Enrico Favilli, calciatore giramondo

Enrico Favilli (Le foto sono state fornite da Giovanni Gualersi, autore di Almanacco nerazzurro)

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia Gordiano Lupi ricorda Enrico Favilli venuto a mancare il 20 Maggio all'età di 85 anni



PIOMBINO — Enrico Favilli, detto Pippo, nasce a Monteverdi Marittimo il 6 marzo del 1939, calcisticamente è un’ottima mezzala che frequenta i campi di calcio di Toscana e Sardegna dal 1954 al 1976. Ventidue anni di attività agonistica intensa, calciatore errante, che smette con il calcio attivo a 37 anni, come bandiera del San Vincenzo, patria di elezione. Favilli comincia a dare calci a un pallone nelle giovanili dell’Azione Cattolica di San Vincenzo, poi nell’Assi Piombino, quindi ancora San Vincenzo ma in Prima Divisione. Torna a Piombino e gioca con la maglia nerazzurra in Quarta Serie, nel 1957/58, allenatore Gustavo Fiorini, 10 presenze e un gol, debutta a Viareggio, a 18 anni, il 6 ottobre del 1957, indossando la maglia numero 11 in una gara persa uno a zero. Campionato complesso, si tratta di una Quarta Serie di qualificazione, per non retrocedere tra i dilettanti si deve arrivare almeno decimi, cosa che il Piombino riesce a fare, con fatica, dopo aver perso contro il Viareggio dopo un triplice spareggio, battendo il Perugia in uno scontro tra undicesime. Il solo gol stagionale di Favilli arriva proprio nella partita più importante, il 29 giugno 1958, un Perugia - Piombino determinante, giocato all’arma bianca, finito 2 a 2 (dopo la vittoria al Magona per 2 a 1). Tra l’altro la partita viene disputata alle 17 e 30, subito dopo la finale dei Mondiali Brasile - Svezia, per consentire affluenza di pubblico dopo aver seguito via radio (la Tv ce l’avevano in pochi) la Coppa Rimet. Nel 1958/59, Favilli è ancora al Piombino in Quarta Serie, dove si mette in luce, ché in 32 presenze segna 14 gol, senza essere una vera punta, ma solo un centrocampista avanzato. È un buon Piombino, allenato dal grande Bruno Mochi, che si piazza quarto, dopo Pistoiese, Empoli e Massese. Favillisegna una doppietta nel derby contro il Rosignano, vinto per 4 a 1 al Magona, il 5 ottobre del 1958; merito suo la vittoria di misura sulla Carrarese, il pareggio contro la Rondinella (1-1) e con il Viareggio (1-1). Tra i giocatori nerazzurri ricordiamo: Semplici, Martini, Tabani, Biagioni, Panicucci, Nilo e Alberto Del Sarto, Villani, Favilli, Bocchigli, Lonzi, Tanfani, Sonetti, Batistini. Favilli e Martini vengono convocati nella Rappresentativa Toscana e giocano una gara contro la Rappresentativa Umbra, durante la quale Pippo si fa parare un calcio di rigore.

A questo punto si aprono le porte del calcio importante, sfuma un trasferimento alla Lazio, perché la Salernitana offre di più nel calcio mercato, grazie a una trattativa segreta tramite buste (non si usa più) e lo acquista in comproprietà con il Piombino. Campionato 1959/60, Serie C, ventotto presenze e due reti, disputato per le gare casalinghe nelmitico stadio Arechi di Salerno, in maglia granata, sempre da titolare; l’anno successivo Pippo torna al Piombino in Serie D (21 presenze ma una sola rete), dove comincia bene con 5 gol rifilati in amichevole al Portoferraio. Mochi non lo fa giocare sempre, la concorrenza è tanta, debutta in prima squadra persino un giovanissimo Aldo Agroppi. Favilli avrebbe quasi voglia di smettere con il calcio, ma riesce ad accordarsi con il Larderello per la stagione 1961/62, sempre in Serie D. Un bel campionato che finisce con il quinto posto (31 presenze e 3 reti), ma la società della Val di Cecina chiude i battenti e al termine dei giochi c’è da cercare una nuova squadra per giocare. Favilli trova casa alla Carrarese in serie D (31 presenze, 4 reti) dove vince il campionato con mister Bertoloni; ancora con gli apuani l’anno successivo in C (31 presenze, 4 reti), per andare allo Spezia nel 1964/65, sempre in C (16 presenze, una rete), purtroppo stagione maledetta per la frattura del bacino.

Gli anni migliori da calciatore devono ancora arrivare con un traghetto che porta in Sardegna, alla corte dell’Olbia, prima in serie D - dal 1965/66 al 1967/68 - poi in serie C - dal 1968/69 al 1969/70. Diciassette reti in cinque stagioni e 144 gare giocate con la maglia dei sardi. A 31 anni compiuti Favilli decide che è il momento di smettere di girovagare per i campi del calcio importante, torna a San Vincenzo dove fa il fuoriclasse in Prima e Seconda Categoria, dal 1970/71 al 1975/76, nelle prime tre stagioni solo calciatore, nelle altre tre allenatore - giocatore. A Piombino noi che siamo un po’ più anziani lo ricordiamo allenatore in Serie D nella stagione 1977/78, chiamato a sostituire Piero Barontini, artefice della promozione dai dilettanti, che si dimette durante la fase di preparazione perché non trova l’accordo economico. Rolando Batistini guida la squadra per alcune domeniche, poi arriva Pippo che traghetta il Piombino verso la salvezza e potrebbe anche approdare in C2 se in certe gare decisiva avesse un pizzico di fortuna. Favilli è uno dei primi allenatori della zona ad avere il patentino per allenare tra i semiprofessionisti (cosa non comune), quindi può sedere in panchina sia in serie D che in C. Il nuovo mister suggerisce due operazioni di mercato straordinarie (a novembre) con Giancarlo Ettori (calciatore dai piedi più che buoni) e un bomber come Francesco Di Mario (12 gol), che si aggiungono a una buona squadra composta da gente come Ficagna, Agostini, Medda, Vivoli, Francesconi, Pallini, Santigli, Orsini, Pucci, Ronchi, Rossi, Bianchi e Pastorelli. Di Mario è un vero colpo di mercato, un giocatore che il tecnico aveva visto giocare per caso insieme a Flavio Ronchi, comprato per 7 milioni e rivenduto alla Carrarese per 55. Una bella avventura con i nerazzurri che non ha un seguito, Favillipassa ad allenare il Follonica in Promozione (1978/79), quindi Alabastri Volterra (1979/80) e Rosignano Solvay (1980/81), sempre in Promozione. Ritorno a San Vincenzo per quattro campionati di Prima Categoria (1983/84 - 1987/88), quindi due anni a Marina di Campo con una squadra ambiziosa di Prima Categoria (1988/89 - 1989/90) e una stagione a Donoratico (1990/91) in Promozione. La Sardegna è ancora nel destino di Favilli, come allenatore, perché va in panchina a Calangianus, Campionato Nazionale Dilettanti, per quattro stagioni, dal 1994/95 al 1997/98, per finire con l’Olbia (stesso campionato) nel 1998/99. Favilli ama il calcio e non smette di allenare, lo troviamo ancora in campo a San Vincenzo nel 2000/01 in Promozione, prima del ritorno a Piombino, tristemente decaduto in Seconda Categoria, nel 2001/02, a 62 anni, esperienza da vendere. È il Piombino di Raimondo Medda presidente che tenta di risalire la china dopo tante traversie complicate, ma la squadra termina soltanto terza, dopo Bibbona e Palazzi, nonostante i gol di Braccagni, Serena e Novembrini. Favilli non si arrende, resta ad allenare in Seconda Categoria il Castiglioncello (2002/03), quindi finisce la carriera nella sua San Vincenzo, in Prima Categoria, a quasi settant’anni, stagioni 2006/07 e 2007/08. Pippo Favilli è uno sportivo vero, a lungo semiprofessionistama professionale per tutta la vita, gioca a calcio per passione fino a cinquant’anni nei tornei amatoriali, allena fino a quando il fisico e la passione (che non viene mai meno) glielo permettono.

Muore a San Vincenzo il 20 maggio del 2024, all’età di 85 anni. Una vita ben spesa per lo sport. Ennio Della Schiava, dirigente del Piombino 1977/78 in Serie D, ex arbitro di calcio lo ricorda così: “Dico che per me è stato sia come calciatore che come allenatore di una correttezza eccezionale. Ricordo sempre che quando allenò il Piombino voleva che dicessi ai giocatori come si dovevano comportare nei confronti dell'arbitro, spiegando loro anche un po’ di regolamento. Pippo ci ha lasciato dei bellissimi ricordi che fanno bene al calcio, un sport che purtroppo è molto cambiato”.

Lascia la moglie Fiorella, le figlie Enrica e Veronica e quattro nipoti, oltre a tante persone che gli hanno voluto bene e che lo ricordano con affetto.

Le foto sono state fornite da Giovanni Gualersi, autore di Almanacco nerazzurro.

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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