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Lavoro mercoledì 10 gennaio 2018 ore 10:15

Indotto, le donne di Aferpi scrivono a Bellanova

Le lavoratrici durante una manifestazione (foto di archivio)

Le lavoratrici di mensa e pulizie in Aferpi hanno scritto una lettera alla viceministra Bellanova per le stesse opportunità dei metalmeccanici



PIOMBINO — Le Rsa e le lavoratrici dell'indotto Aferpi dopo mesi di appelli per il mantenimento del loro posto di lavoro messo a rischio dai mancati sviluppi dell'acciaieria piombinese hanno deciso di scrivere alla vicemistra allo Sviluppo economico Teresa Bellanova. Lettera che riportiamo integralmente:

"Egregia viceministra Teresa Bellanova, 

da quasi trenta anni, siamo le lavoratrici degli appalti di mensa e pulizie della ex Lucchini, oggi Aferpi. Forse si ricorderà quando è venuta a Piombino e ci ha incontrate. Noi ricordiamo bene le sue parole e la sua disponibilità ad ascoltarci. Tra l'altro dopo poco il nostro incontro le stesse richieste furono portate, dalle nostre segreterie sindacali, al tavolo dell'indotto che Lei come viceministro ha organizzato a Roma. Come temevamo già nel nostro incontro, abbiamo sì ottenuto ammortizzatori in virtù della committente ma solo in un primo momento della stessa durata dei colleghi metalmeccanici. Infatti dopo due mesi dal decreto che autorizzava la cigs il Ministero è intervenuto nuovamente con un annullamento di quanto concesso. 

Le lasciamo immaginare la reazione quando abbiamo appreso la notizia. Come conseguenza di questo annullamento è stata applicata la normativa che con il biennio vede la fine della cigs e quindi con il mese di dicembre abbiamo terminato l'ammortizzatore che ci permetteva di conservare quel poco di lavoro rimasto! Non solo, ma è stata pure aperta la procedura di licenziamento. Fino ad oggi non ci siamo e non ci vogliamo arrendere. 

Abbiamo chiesto un supporto alla Regione che nella figura dell'assessora Grieco ha dato la sua disponibilità ad approfondire la questione. Ci siamo permesse di scrivere a Lei perché sappiamo che come lavoratrice e donna sa bene quanto sia difficile, ad una età non più giovanissima come la nostra, ricollocarsi nel mondo del lavoro, per di più in una area di crisi complessa come la nostra. 

Egregia Ministra perché se siamo in un'area di crisi non ci sono normative appropriate? Perché non possiamo compensare quella parte di orario mancante, a causa della contrazione della committente, con l'ammortizzatore? Noi chiediamo solo di avere pari opportunità dei colleghi metalmeccanici. Per completezza le rubiamo altri due minuti del suo tempo solo per dirle che il Ministero suggerirebbe l'utilizzo della cigs per le aree di crisi complessa per le aziende che non hanno altri ammortizzatori. Però il nostro ammortizzatore è legato alla committente e se i servizi sono contratti perché la committente lavora meno è chiaro che siamo in tutto e per tutto legati dalla stesso destino e come abbiamo diritto all'ammortizzatore in virtù della committente anche la sua durata deve poter essere la stessa. Tra l'altro ci risulta che nel 2015 il Ministero con un interpello avesse già riconosciuto, alle aziende dei servizi, questa proroga, perché allora tornare proprio ora indietro? 

Ci scusiamo per la lunghezza di questa lettera ma noi ci teniamo al nostro lavoro e lo difenderemo fino a quando ci sarà la speranza di una possibile ripresa. Confidiamo nel suo aiuto e la invitiamo a tornare a trovarci nel nostro amato territorio".


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