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Lavoro giovedì 24 dicembre 2020 ore 06:00

Jsw, “non si intravede nessuna certezza”

L'ingresso dello stabilimento Jsw

La convocazione del ministero è arrivata per il 30 Dicembre. Fim, Fiom e Uilm lanciano un nuovo allarme sulle ultime mosse della proprietà



PIOMBINO — Doveva arrivare entro Natale una soluzione per la vertenza piombinese legata allo stabilimento Jsw, ma di fronte al silenzio da parte di Governo e azienda Fim, Fiom e Uilm scrivono a Ministero, Regione, Comune, vicepresidente esecutivo Jsw e commissario straordinario Piero Nardi per denunciare la situazione che si è venuta a creare.

Intanto è arrivata la convocazione della sottosegretaria Morani per una riunione in videoconferenza il 30 Dicembre.

I sindacata Fim, Fiom e Uilm provinciali avevano lanciato l'allarme coinvolgendo le istituzioni sul nuovo stallo per il futuro della fabbrica.

"Non si riesce nemmeno ad intravedere una sola certezza. - hanno riferito in una nota Fim, Fiom e Uilm provinciali - Siamo a pochi giorni dal Natale, data in cui il ministro Patuanelli nell'ultimo incontro aveva dato come termine ultimo alla proprietà indiana. Il ministro aveva parlato di un 'prendere o lasciare' da parte del Gruppo Jsw, ma non ha mai specificato cosa si intenda con questa presa di posizione, limitandosi a dichiarare che lo stabilimento piombinese per il Governo è strategico e che saranno messe in campo tutte le risorse necessarie per dare un futuro alla siderurgia di Piombino e delle migliaia di famiglie coinvolte".

Per Fim, Fiom e Uilm il gruppo indiano in teoria ha sempre avuto tutte le possibilità per rilanciare lo stabilimento, con il controllo e sostegno del Governo, dato che è una multinazionale tra i leader nel campo dell'acciaio, possiede i blumi omologati per le rotaie italiane ed il semi-prodotto per i treni di laminazione vergella e barre. "Quello che però è estremamente evidente e non può quindi far finta di non vederlo né il Governo né chi è stato nominato dallo stesso Governo per sorvegliare e controllare l'operato del gruppo indiano nello stabilimento, è che il Gruppo Jsw si stia oramai disinteressando del futuro della fabbrica e di quasi 2000 famiglie e si stia solo occupando di prendere tutto ciò che può prima di lasciare", hanno confessato i sindacati.

"Non si stanno pagando i fornitori che sono sempre più allo stremo, sono stati portati via pezzi di stabilimento tra cui i siluri dell'ex altoforno, non si investe in sicurezza ma solo in tentativi maldestri di fare ulteriore efficienza in una fabbrica che invece ha bisogno di investimenti e lo dimostra le ultime prescrizioni dell'Asl sulle coperture del Treno Rotaie. E' notizia di stamani dell'acquisizione del 100% della Gsi, l'azienda che produce sfere e che fin dall'inizio dell'arrivo del vicepresidente esecutivo, sembrava il mezzo per permettere l'ingresso di Invitalia nel capitale sociale. Dopo l'ultimo incontro al Ministero però quella operazione sembra non più praticabile e quindi temiamo e vogliamo denunciarlo chiaramente al Ministro, che questa sia una manovra per portare via dall'Italia un pezzo importante della fabbrica piombinese, magari proprio in India da dove ci vengono inviate le barre da laminare e trasformare". Il timore è che in questo modo "si rischia non solo di non avere l'investimento annunciato da Mr. Jindal, che doveva permettere di raddoppiare la produzione di sfere a Piombino in Gsi, ma addirittura si rischia la chiusura anche dell'impianto che produce barre di cui al momento non è prevista data di ripartenza". 

Tanti ancora i punti di domanda. Sul fronte Piombino Logistics, dal momento che a fine anno scadranno le concessioni portuali e si è ancora in attesa di avere il Piano industriale della Logistica che permetterebbe una ulteriore proroga. Nessuna informazione è arrivata per il contratto con le Ferrovie dello Stato annunciato da mese. E ancora, il treno vergella, di cui è annunciata la ripartenza l'11 Gennaio potrebbe lavorare un prodotto conto terzi di bassa qualità rischiando di produrre in perdita.

"E' il momento di uscire definitivamente da questo stallo che vedrà la morte dello stabilimento con questo tipo di gestione e mancati investimenti. - hanno commentato i sindacati - Siamo stati informati che la fabbrica ha perso 60 milioni nell'esercizio precedente, perdite che solo in parte dipendono dal Covid-19, e che riteniamo siano dovute principalmente ai mancati investimenti ed ad un prezzo non congruo del semi-prodotto che il gruppo indiano ha garantito a Piombino e chiediamo al Ministro di fare opportune verifiche. Se con questo tipo di gestione la proprietà sta definitivamente affossando lo stabilimento, anche questa inerzia del Governo non può essere la soluzione. - hanno aggiunto - Il ministro con risolutezza deve convocare subito Mr. Jindal ed impedirgli di continuare a prendere in giro il Governo italiano ed un intero Territorio, perché non basta dichiarare la volontà del Governo di salvare un settore ed uno stabilimento strategico per il Paese". 

Dunque, la richiesta da parte dei sindacati del rispetto della data di convocazione e comunque non oltre fine mese.

"Chiediamo al Governo di mettere alle strette Jsw sulle reali intenzioni e sui necessari investimenti vincolati alla realizzazione del forno elettrico o, in alternativa, condividere e lavorare per le possibili soluzioni alternative che permettano di salvare il progetto sullo stabilimento di Piombino. - hanno concluso - Fim, Fiom e Uilm ritengono sia giunto il momento della chiarezza e non sarà possibile riprendere il normale trantran compreso le attività di trasformazione, in assenza di una chiarezza di prospettive, chiarezza di ruoli, chiarezza di investimenti e chiarezza di guida dello stabilimento".


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