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Lavoro giovedì 12 maggio 2022 ore 19:05

Acciaierie Jsw in vendita, resta l'interrogativo

Le acciaierie di Piombino

I sindacati tornano a chiedere alla proprietà una smentita ufficiale e al Mise una convocazione urgente



PIOMBINO — Manca ancora una smentita ufficiale dell'azienda rispetto alla notizia dell'intenzione di mettere in vendita le acciaierie di Piombino riportata dal Financial Times in un intervista a Sajjian Jindal. Questo comunque non è l'unico interrogativo che resta sul futuro dello stabilimento.

"Molti si chiedono per quale ragione e come sia possibile che una multinazionale in procinto di acquisire un contratto multimiliardario per la fornitura di rotaie da un Governo possa fare l'errore strategico di ammettere bellamente che ha intenzione di vendere lo stabilimento che produce quelle rotaie in quel Paese. - ha commentato la segreteria provinciale Fiom - Pensare che il direttore di Jsw India abbia preso un granchio, sia inciampato o che semplicemente si tratti di gossip o notizie datate e che oggi, in soli due giorni, Mr. Jindal si sia nuovamente innamorato di Piombino, sono un’offesa all’intelligenza delle persone. Restiamo ancora in attesa di una smentita ufficiale dalla stessa fonte e con lo stesso mezzo, in assenza della quale tutto resta esattamente com’è, come appare nella sua chiara drammaticità. Le ragioni possono essere solo due, un atto di cialtroneria, al quale la Fiom non crede, o semplicemente il fatto che la multinazionale si senta sufficientemente rassicurata e garantita da scoprire le carte sulle sue reali intenzioni. Una rassicurazione presumibilmente che può essere stata data loro soltanto dal Ministero o dal Governo. In ogni caso appare chiaro che, vendita dello stabilimento e contemporanea acquisizione della commessa multimiliardaria delle rotaie, porta a dedurre che le rotaie non si produrranno a Piombino e certo non in Italia, essendo questo l'unico stabilimento italiano che produce rotaie. Se queste considerazioni avessero un fondamento, come appare, chiunque potrebbe sostenere che il Governo è complice di questo disegno criminale teso all'omicidio delle aspettative di rilancio di uno stabilimento, dei lavoratori/lavoratrici, delle loro famiglie e di una intera collettività che aspetta da anni la soluzione promessa".

Diverse le forze politiche che hanno alzato la voce per avere risposte dal Governo, all'interrogazione del deputato Pd Andrea Romano, sono seguite le istanze della segretaria regionale Pd Simona Bonafè e dell'onorevole Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e non solo, con l'auspicio che anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco di Piombino Francesco Ferrari e gli altri politici si attivino.

Ad aggiungere un nuovo tassello è la segreteria e Rsu Jsw, Piombino Logistics e Gsi Uilm che ha fatto sapere che anche oggi è stato contattato telefonicamente il vicepresidente Marco Carrai che ha ribadito ai sindacati che l'articolo sul Financial Times tratti di notizie oramai superate, che l'azienda Jsw sta lavorando con tutte le istituzioni ad un addendum che, a detta di lui, recepirebbe tutte le richieste sindacali. 

"Possiamo credergli? Qualcuno di noi ora si sente tranquillo? Assolutamente no, quindi serve arrivare come abbiamo durante l'iniziativa unitaria del 4 Maggio ad un documento siglato con le istituzioni con dei punti per noi essenziali e imprescindibili, affinché tutti i soggetti coinvolti ne pretendano insieme a noi l'applicazione ed il rispetto dal Governo. - ha ribadito Uilm - Serve una rapida convocazione al Ministero per capire se le affermazioni di Carrai sono veritiere, per capire che fine ha fatto Invitalia, per capire se qualcuno al Governo ha parlato con Arvedi, per capire come vogliono procedere con le bonifiche e smantellamenti, per evitare che la cokeria resti lì per decenni mentre altri demoliscono ed incassano cedendo il rottame". 

Anche l'Usb ha esternato la sua preoccupazione. Precedentemente e a più riprese aveva sostenuto la necessità di cacciare Jindal. "Non ha mai rispettato un accordo e si è ben guardato di presentare un piano industriale in un quadro dove per anni ha succhiato ammortizzatori allo stato e sangue e sudore ai lavoratori. - hanno evidenziato - È ancora più inaccettabile da questo punto di vista il silenzio del Governo dopo questo annuncio, l'assenza di una discussione con le organizzazioni sindacali che si sono unite per difendere lo stabilimento ed il futuro di Piombino nonché quello della siderurgia in Italia".

Senza risposte i lavoratori sono pronti a una nuova mobilitazione. I sindacati intanto chiedono a gran voce la convocazione al Mise.


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