Cultura mercoledì 18 giugno 2025 ore 06:00
La città del ferro tra i finalisti di Caput Gauri

Si tratta del premio nazionale di Codigoro giunto alla 41esima edizione. Il libro firmato da Gordiano Lupi è stato pubblicato da Il Foglio letterario
PIOMBINO — La città del ferro di Gordiano Lupi è tra i tre finalisti selezionati dalla giuria tecnica del Premio Nazionale Caput Gauri di Codigoro, giunto alla sua 41esima edizione.
Il libro di versi è dedicato alla città di Piombino, come scrive il prefatore Stefano Tamburini: "In questo libro emerge soprattutto il sogno di una città che l’autore – e, certo, non solo lui – avrebbe voluto vivere, dopo le false illusioni di un’infanzia e di un’adolescenza trascorse a guardare con scetticismo la beatitudine degli adulti e dell’assioma “dove c’è fumo c’è pane”, quegli altiforni e quei capannoni così spettrali e in qualche modo anche rassicuranti. Ma certo non allegri, la cupezza di quei panorami emerge ben al di là delle parole che li dipingono".
E sempre Tamburini aggiunge: "Le rime più sentite sono quelle con «le povere strade della mia infanzia, casette annerite nascoste tra ciminiere perdute, irreali tramonti sfocati, case mediocri, dove fuggiva la vita di uomini temprati a forgiare acciaio». E anche i ricordi in sequenza, «il rumore del carrozziere e del fabbro», «i tigli della piazza della scuola, cose della nostalgia», «un cortile pieno di polvere di carbone», «un pallone che rimbalza in un muro di mattoni», «il tempo della povertà, i vicini rumorosi e presenti», «il rumore delle siviere», «il ricordo di mio padre che esce presto al mattino» e un’onestissima ammissione: «In quella Piombino del passato sarei un estraneo».La migliore foto del tempo vissuto è invece una sequenza di versi dedicati all’altoforno: «Perché tu sei morto per sempre, come tutte le cose senza vita, ammasso di lamiera abbandonata in un mucchio di rottami spenti. Nessuno più ti conosce. Ma io ti canto. Canto per non dimenticare il tuo profilo, la tua imponente e intrepida eleganza. Il tuo sentore di morte, di abbandono. La tristezza al posto del sorriso». Qui si ritrova una dolcezza amara, perché queste rime dimostrano che può esistere una dolcezza amara. Smette di essere un ossimoro e diventa mescolanza di sentimenti che non si annullano ma vivono insieme nel rispetto l’uno dell’altro. Questa mescolanza, questo cocktail di emozioni rapisce chi legge e lo immerge in uno stato d’animo che oscilla in ogni pagina fra un festival dei ricordi e qualcosa che somiglia alla nostalgia ma non lo è. È una sorta di scavo nelle radici interiori per ridare speranza a un albero che continua a crescere con tiepida fiducia".
Le poesie sono corredate da foto di Piombino, opere artistiche originali del fotografo Riccardo Marchionni.
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