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Attualità martedì 30 gennaio 2024 ore 15:37

Afo4, "assenza di politica e istituzioni"

I promotori dell'appello contro la demolizione dell'altoforno chiedono alle forze politiche di portare il caso in Consiglio comunale



PIOMBINO — Si è tenuto domenica 28 Gennaio, nello spazio culturale All’Angolo per il Castello, l’incontro pubblico di presentazione dell’appello contro la demolizione dell'Afo4. Presenti piombinesi, persone non residenti in città e esperti di alcuni settori, in particolare di archeologia industriale; un pomeriggio che ha visto nuove adesioni, tra cui quella dello scrittore Alberto Prunetti.

Come ha ricordato il professor Rossano Pazzagli durante l'incontro, questo appello è da ritenersi un segno di vitalità in una città morente, non è velleitario. L'obiettivo è avviare un percorso di effettiva progettazione anche riprendendo quanto è stato rivendicato senza successo, fin dal 2008 al momento della demolizione dell’Afo1.

“Abbiamo letto sulla stampa – aggiungono i promotori dell'appello in una nota - le dichiarazioni di Alleanza per Piombino, domande a cui potevamo rispondere direttamente domenica durante l’incontro. Precisiamo che l’invito a partecipare era stato rivolto a tutti i capigruppo proprio per confrontarci anche su questi argomenti. Le risorse si possono trovare o almeno ci si può provare se c’è la volontà politica e l’interesse a salvare la storia siderurgica della città”.

“Resta dunque – si legge ancora nella nota - la totale assenza della politica e delle istituzioni e per questo è stato deciso di inviare a tutti i capigruppo un ordine del giorno per il prossimo Consiglio Comunale. Chiedendo di prendere atto di quanto riportato sul documento e di prendere in seria considerazione la possibilità di fermare questa demolizione. Per noi è un dovere morale per la nostra comunità che non può cancellare una storia secolare, storie di uomini e di donne che hanno vissuto per generazioni a contatto con questo stabilimento che ha portato ricchezza, ma anche dolore. E’ la storia di una città dove le scelte politico-economiche consentirono l’ascesa del settore dell’acciaio considerato strategico per il Paese e successivamente, proprio la mancanza di quelle scelte politico-economiche, poste di fronte a un nuovo scenario internazionale, ne hanno decretarono la lenta e sinora inarrestabile, discesa. E’ tempo che la comunità sia partecipe della rigenerazione di alcune zone industriali entrando a far parte di un circuito avviato da anni in Toscana e in Europa. E che potrebbe diventare una pedina di quel turismo culturale ben integrabile con le altre risorse del territorio”. 


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