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Politica sabato 30 settembre 2023 ore 08:52

“Così definitivo depotenziamento dell’ospedale”

Giuliano Parodi

Parodi: “Questa inversione di atteggiamento del sindaco sulla battaglia a difesa dell’ospedale indica la mancanza di idee progettuali alternative”



PIOMBINO — “Il documento votato dalla maggioranza in Consiglio comunale sulla riorganizzazione dell’ospedale unico tra Piombino e Cecina decreta il definitivo depotenziamento di Villamarina, avvenuto nell'immobilismo di questi 4 anni, e va a discapito della cittadinanza su una materia, la salute pubblica, vitale per tutti i cittadini della Val di Cornia”. A dirlo è l’ex assessore della giunta Ferrari Giuliano Parodi aggiungendosi alle forti critiche sollevate dall’opposizione e dal comitato Lasciateci a Piombino che hanno proprio sui contenuti del documento stilato dai sindaci per l’ospedale unico di Cecina e Piombino.

“Il paradosso dell'ultimo documento prodotto dai sindaci e presentato come rivoluzionario e risolutivo sta nel fatto che un documento analogo, anzi molto più dettagliato, era già stato redatto nel 2018 e votato nell’assemblea della società della salute il 24 Ottobre 2019. - ha ricordato Parodi - In tale documento, oltre a descrivere il Piano di riordino dell’ospedale unico, si dava mandato per la creazione di una commissione tecnica al fine di tradurre in azioni fattibili le iniziative politiche individuate: visto l’esito mi pare ovvio che quell'accordo era, come sempre, carta straccia. Resto sorpreso che l’amministrazione di Piombino e le altre amministrazioni della Val di Cornia, adesso governate da liste civiche che fino al 2019 si opponevano alla creazione dell’ospedale unico, supinamente sottoscrivano un atto che è chiaramente depotenziato rispetto al passato e dove si sancisce la fine del punto nascita a Piombino”.

“L'idea dell'ospedale unico - ha proseguito - è nata nel 2015 e trovasi, dopo 8 anni, ancora senza un regolamento efficace su come distribuire i servizi sui due presidi, ed approvare l'ennesimo elenco dei desiderata dei comuni, sperando che l'Asl accetti qualche proposta dai territori, rappresenta un clamoroso fallimento delle amministrazioni. Conosco molto bene la genesi dell’ospedale unico Piombino-Cecina, l’ho vissuta come sindaco di Suvereto da Marzo 2015, ed ho sempre coerentemente contestato fino ad oggi questa soluzione che non ho mai ritenuto funzionale e percorribile: dopo 8 anni i fatti continuano a darmi ragione.

Cedere proprio adesso sul punto nascita, nel momento che a livello parlamentare è in discussione la revisione del decreto Balduzzi lo trovo profondamente sbagliato: - ha ribadito - negli atti della Commissione alla Camera dell’aprile 2023, si legge infatti un'interessante riflessione sul fatto che il dato che finora ha giocato a sfavore del mantenimento dei punti nascita a piccolo volume di attività è stato soprattutto l'aspetto economico ma utilizzare il solo indice numerico dei 500 parti all'anno appare, oggi più che mai, riduttivo e non appropriato, soprattutto alla luce del contesto demografico nazionale; un punto nascita di piccole dimensioni con personale motivato, formato per le emergenze ostetriche in un ospedale con una buona organizzazione e ben coordinato con un grosso ospedale di riferimento e con Areu/118, può avere risultati uguali se non migliori di un punto nascita a maggior volume di attività ma senza alcune delle caratteristiche sopra citate”.

Questa inversione di atteggiamento da parte del sindaco sulla battaglia a difesa dell’ospedale indica principalmente la mancanza di idee progettuali alternative: è stato più semplice in questa fase accodarsi all’ennesimo documento pieno di buoni propositi, senza avere in questi anni costruito un tavolo di concertazione reale sulle criticità con la Regione e l’Asl, ma portando avanti, inutilmente, l’ennesima battaglia di bandiera contro la Regione perché incapaci di sostenere un reale e costruttivo confronto con gli enti superiori al comune, motivo per cui ho dato la dimissioni, senza visione strategica difficilmente si risolvono i problemi”, ha concluso.


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