Politica venerdì 30 maggio 2025 ore 13:09
Parchi Val di Cornia, "il nodo è arrivato"

Gelichi (Ascolta Piombino): "Chi mette di più? Questo è il livello di discussione politica, mica come possiamo rilanciare questa società"
PIOMBINO — "Noi di Ascolta Piombino, sono anni che parliamo del delicato equilibrio finanziario che caratterizza la Parchi Val di Cornia, cercando di portare qualche soluzione".
Così ha esordito Riccardo Gelichi commentando la recente bagarre sollevata dopo l'assemblea dei soci della Parchi Val di Cornia (leggi qui sotto gli articoli collegati).
"Fa sorridere - ha proseguito - che gli interlocutori che oggi si sperticano in svariati commenti, con le soluzioni in mano, contribuirono a suo tempo, a creare questa situazione, con un atto preciso: togliere l’introito dei parcheggi alla società dei parchi. Fu il primo e definitivo atto di rottura mutualistica, termine tornato di moda oggi, fra i comuni della Val di Cornia. Lo fece il Pd, era tutto suo allora, i comuni e la Parchi. Sono altresì evidenti oggi le speculazioni politiche, sul groppone dei lavoratori, come sempre, è una tradizione ormai irrinunciabile, che un po' piace anche ai piombinesi che spesso non la riconoscono come tale, oppure se la scordano subito. Chi mette di più? Questo è il livello di discussione politica, mica come possiamo rilanciare questa società, al massimo si discute di poltrone: otto mesi l’ultima volta solo per la nomina del CDA".
"Di certo non si è mai intrapreso un percorso di gestione imprenditoriale moderna del patrimonio culturale e del territorio comunale; una conduzione mirata anche verso partnership con i privati, un modello manageriale che producesse reddito e lavoro rendendo autonoma la stessa società. Ad esempio, - ha spiegato - ci sono aree di pregio mai valorizzate, che porterebbero introiti importanti alla società come la Sterpaia, se adeguatamente valorizzata e non lasciata a se stessa assaltata del turismo mordi e fuggi come oggi. Se è evidente l’inadeguatezza delle amministrazioni odierne, diverte tristemente vedere che alcuni consessi politici attuali come il Pd, non abbiano ancora riconosciuto gli errori del passato. Insomma non ci sono grandi speranze all’orizzonte, Piombino non ha mai cercato un modello civico proteso al bene comune e magari coerente; affondiamo ancora una volta nella melma ideologica di un provincialismo impressionante".
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