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Il sopravvissuto al naufragio nel mare di Okhtosk viene salvato dopo due mesi alla deriva nelle acque della Siberia
Il sopravvissuto al naufragio nel mare di Okhtosk viene salvato dopo due mesi alla deriva nelle acque della Siberia

Attualità domenica 09 giugno 2019 ore 14:00

Rifiuti in mare, costa sorvegliata speciale

Foto di archivio

Dal monitoraggio effettuato dalla Marine Strategy i dati sulla presenza di plastiche e rifiuti in mare. Ecco i progetti attivi sulle nostre coste



PIOMBINO — Quanti sono i rifiuti del nostro mare, di che tipo sono e soprattutto quanta plastica c'è? A queste domande rispondono i dati elaborati dalla prima campagna di monitoraggio dei rifiuti marini realizzata dal 2015 al 2017 nell'ambito della Marine Strategy ovvero la Direttiva europea che chiede agli stati membri di elaborare una strategia ambientale sul Mediterraneo.

Il monitoraggio è stato realizzato tramite un accordo finanziato dal Ministero dell'Ambiente che si è appoggiato alle Regioni e alle Arpa. La campagna appena conclusa è la prima di carattere omogeneo mai realizzata su tutto il Mediterraneo e adesso è in corso la seconda. 

Quattro le tipologie di rifiuti monitorati: rifiuti spiaggiati, i rifiuti flottanti, i microrifiuti e i rifiuti ingeriti dagli animali marini. La maggior parte dei rifiuti sulle spiagge è fatta di plastica, cioè il 65-70%. Sulle nostre coste della sottoregione Mediterraneo occidentale il numero di oggetti rinvenuti è di 26.244 ogni 100 metri. I rifiuti spiaggiati sono in realtà rifiuti da terra, portati dai fiumi, e si capisce la grande quantità se si considera la natura orografica dei corsi d'acqua, che è molto diversa da quella dell'Adriatico, è più impetuosa e a carattere torrentizio. La percentuale dei rifiuti flottanti nel Mediterraneo occidentale è più bassa rispetto alle altre sottoregioni. La media del numero di oggetti per km quadrato è di 2,3 rispetto a una base lane che va da 3 a 5. La percentuale maggiore di rifiuti flottanti è costituita da materiali polimerici (plastica). I dati sui rifiuti sul fondo al momento non sono ufficiali sulla nostra regione anche se la Toscana su questo tema è molto attiva per esempio attraverso progetti di recupero sul fondo con i pescatori (leggi l'articolo correlato).

A proposito di microplastiche Arpat ha approfondito il caso delle coste toscane con dei campionamenti mirati negli ultimi 4 anni. Sono stati rilevati 0,1 oggetti in microplastica per metro cubo, ovvero 0,09 oggetti per metro quadrato che è un dato più basso rispetto alla media del Mediterraneo occidentale ed equivale a 163 oggetti su un campo di calcio.

La presenza di rifiuti e plastica in mare mette a rischio anche la fauna marina. Basti pensare che su 16 tartarughe Caretta Caretta analizzati in prossimità delle nostre coste in 9 sono stati trovati rifiuti di plastica.

Intanto le spiagge della Toscana si preparano a una estate plastic free. Se a Marzo Bruxelles aveva varato una direttiva per mettere al bando dal 2021 le stoviglie in plastica per ridurre i rifiuti in mare, la Regione Toscana intende anticipare i tempi (leggi qui l'articolo correlato).

Per tenere accesi i riflettori sulla questione rifiuti in mare e sulle spiagge ci sarà un "bollettino plastiche in mare", fornito dal Consorzio LaMMA due volte alla settimana, con le indicazioni delle aree di potenziale maggior accumulo o anche di dispersione di questa forma di inquinamento diffuso. L'iniziativa rientra nell'ambito del progetto internazionale "Plastic Busters" che prevede il monitoraggio del Marine Litter nell'area di mare compresa fra il canale di Corsica, le Isole di Capraia e Gorgona, e la costa toscana tra Livorno e Piombino.


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