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sabato 28 giugno 2025

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

​Il terrore di Netanyahu e la strategia della tensione

di Adolfo Santoro - sabato 28 giugno 2025 ore 08:00

Il terrore dei componenti del governo Netanyahu, formato da religiosi, partiti conservatori ed estremisti di destra non è che la punta dell’iceberg degli altri governi occidentali, alcuni dei quali si professano addirittura di centro o di sinistra. Questi governi, liberamente eletti da elettori altrettanto terrorizzati tanto da essere ridotti all’ottusità, sono a loro volta governati dal terrore interiore e dalla ricerca della sicurezza ad ogni costo … anche a costo dell’escalation degli armamenti e di una guerra totale. I governi e i loro elettori non si accorgono del cambiamento culturale avvenuto: si è passati dalla paura inconfessata al terrore inconscio. E se la paura sta alla nevrosi, allora il terrore sta alla psicosi.

Questo cambiamento culturale inconscio è guidato dalla strategia della tensione. Questo termine è stato limitatamente usato solo per l’Italia in riferimento all’azione eversiva di servizi segreti, logge massoniche deviate, destra più o meno estrema, mafia e altre organizzazioni segrete malavitose, organizzazioni segrete paramilitari (Rosa dei venti, Nuclei di difesa dello Stato, Gladio, Noto servizio) … dalla commistione di un terrorismo di Stato e di un terrorismo segreto.

Ai più giovani ricordo che la strategia della tensione è un piano volto a creare una situazione di paura diffusa tra la popolazione, attuata mediante l’organizzazione e la realizzazione di atti terroristici e che, mediante un disegno eversivo, tende alla destabilizzazione o al disfacimento degli equilibri precostituiti. In Italia questa strategia fu attuata tra il 1964, quando il generale dei Carabinieri De Lorenzo tentò il colpo di stato, e il 1993, quando la vittoria elettorale di Berlusconi pacificò gli strateghi. Espressione degli strateghi furono, tra l’altro, oltre a tre tentativi di golpe, alcune stragi (Piazza Fontana a Milano, Piazza della Loggia a Brescia, Italicus a Bologna, rapido 904 prima di una galleria nei pressi di San Benedetto Val di Sambro …, ma anche l’abbattimento di un aereo ad Ustica e l’omicidio Moro). Per il Tribunale di Savona Dal 1969 al 1975 si contano 4.584 attentati, l'83 percento dei quali di chiara impronta della destra eversiva (cui si addebitano ben 113 morti, di cui 50 vittime delle stragi e 351 feriti), la protezione dei servizi segreti verso i movimenti eversivi appare sempre più plateale. Gli ottusi di sinistra reagirono con la lotta armata colludendo così, nei fatti, con chi parlava di opposti estremismi.

Ma, com’è ovvio, dopo la pacificazione berlusconiana gli strateghi e i loro eredi hanno continuato a gestire il potere in modo più o meno occulto. Attraverso, ad esempio, la riscrittura della storia delle bombe del 1992-93 (assassinio di alcuni membri delle Forze di Polizia, della Magistratura, della Politica e attentati a personaggi pubblici e a semplici cittadini o il trattativo Stato-mafia) e di azioni criminal-istituzionali mai chiarite (Uno bianca, Falange Armata). Ne sono un esempio le intercettazioni tra il 2023 e il 2024 delle telefonate dell’ex-numero uno dei Servizi Segreti, generale Mario Mori, che gettano ombre - secondo Pd, 5s e AVS - anche sui suoi rapporti con l’attuale Commissione Antimafia.

Ma la strategia della tensione non è stata limitata all’Italia e in un preciso contesto temporale. Essa fa parte della guerra fredda tra le superpotenze, alternata con guerre calde a pezzi, che gli USA e la NATO hanno perseguito anche dopo la dissoluzione del patto di Varsavia.

Il terrore interiore dell’Occidente e delle superpotenze sta comportando la distruzione della Terra a tre livelli: a livello ecologico, a livello del bene comune, a livello della salute degli individui. Il terrore porta, infatti, ad atti inconsulti, inconsciamente diretti verso la morte e il suicidio ecologici, verso il male comune e verso le malattie degli individui.

Il sionismo ha fatto parte della “guerra a pezzi” fin dal 1948, anno d’istituzione dello Stato d’Israele, e soprattutto fin dal 1967, anno in cui gli USA hanno integrato militarmente Israele nella propria organizzazione militare. Il sionismo è diventato l’avanguardia della strategia della tensione, non più soltanto legata ai servizi segreti, ma sbandierata attraverso una politica di occupazione militare di terre altrui e di organizzazione dell’apartheid e dell’oppressione razzista.

A neutralizzare il sionismo dovrebbero essere, anzi tutto, gli Ebrei antisionisti. Ma questi, oltre a Moni Ovadia ed altri intellettuale che agiscono in sordina, sono, in ambito religioso, un’irrilevante minoranza. Sto parlando dei Neturei Karta o Guardiani della città, un gruppo religioso ebraico ortodosso, che rifiuta di riconoscere l’autorità e la stessa esistenza dello Stato di Israele, in base all’interpretazione del giudaismo, della Torah e di alcuni passi del Talmud.

Il gruppo dei Guardiani della città fu fondato nel 1938 a Gerusalemme da ebrei che da molte generazioni vivevano in Palestina e molti dei suoi rappresentanti sono stati costretti all’emigrazione dalla Palestina per le violenze dei sionisti: prigione, torture ed altre violenze cui ci ha abituato lo Stato d’Israele.

I Guardiani della città

1) ritengono che sia contraria all’autenticità religiosa ebraica la donazione, da parte di Dio, di un pezzo di terra identificato nello spazio e nel tempo,

2) interpretano il Talmud, in cui è scritto che gli ebrei non possono utilizzare forze umane per stabilire uno stato ebraico finché non venga il Messia della casa di Davide e che devono essere cittadini leali delle nazioni in cui vivono senza cercare di anticipare la fine dell’esilio, che è una punizione per i peccati commessi e la cui sofferenza può essere solo attenuata dalla preghiera, dalla buona volontà e dallo spirito di penitenza,

3) affermano che la terra occupata dallo stato d’Israele appartiene a chi – palestinesi, ebrei e arabi – ha da sempre abitato la Palestina,

4) accusano lo stato d’Israele di indossare una maschera religiosa inquinando perfino il muro del pianto di Gerusalemme e di pretendere di parlare a nome di tutti gli ebrei,

5) accusano il sionismo di essere all’origine dell’antisionismo.

Il rabbino Dovid Weiss, in un’intervista del 2007 ad una televisione iraniana, ha detto:

I sionisti sfruttano la questione dell’Olocausto a proprio vantaggio. Noi, ebrei morti nell'Olocausto, non lo usiamo per promuovere i nostri interessi. Sottolineiamo che ci sono centinaia di migliaia di ebrei in tutto il mondo che si identificano con la nostra opposizione all'ideologia sionista e che ritengono che il sionismo non sia ebraico, ma un programma politico... Ciò che vogliamo non è un ritiro entro i confini del '67, ma a tutto ciò che contiene, affinché il Paese possa tornare ai palestinesi e noi potremmo vivere con loro....

E invece il mondo sembra andare dietro all’odio e alle falsità, come la Madonna di Trevignano, il cui DNA coincideva con quello della veggente Maria Giuseppa Scarpulla!

Siamo nell’Europa della von der Laeyen - già Ministro della Difesa (oggi, più appropriatamente, Ministro della Guerra) tedesco: costei oggi vuol fare il dietrofront sul greenwashing! Siamo nell’Europa di Kaja Kallas, di Pina Picierno e di Alessandra Moretti … anagraficamente tutte donne, per carità. Come la Meloni, del resto, che promette che il 5% per le armi non toglierà un soldo agli italiani … e che ripete il ritornello Si vis pacem, para bellum … se vuoi la pace, prepara la guerra. Che è poi lo slogan ripetuto pappagallescamente dai guerrafondai di tutte le guerre. Cui si dovrebbe sostituire un altro motto: Si vis guerram, para arma … se vuoi la guerra prepara le armi producendole e armandoti … prima o poi le userai.

Lo sa bene il pacificatore Donald Trump, che, sulle note di Barbra Ann dei Beach Boys, ha bombardato l’Iran cantando Bomb bomb Iran … Il vecchio zio Sam si sta scaldando. È ora di trasformare l’Iran in un parcheggio. Bomb Iran … Sono andato in una moschea, ho lanciato delle pietre e ho detto all’Ayatollah: ‘Ti metterò in una scatola!’ Bomb Iran!

Lo sa bene il segretario della NATO Mark Rutte, che si è complimentato con il compare Donald, che, al vertice NATO spiegava che Israele e Iran avevano combattuto forte, come due bambini in un cortile della scuola. Per questo li ho lasciati sfogare per due-tre minuti, cosi poi è stato più facile fermarli. E l’ineffabile Mark ha risposto sussiegoso: Ti sei comportato come un papà … E poi il papà deve usare un linguaggio forte … ed ai giornalisti ha ribadito: Trump è mio amico, mi fido di lui. Credo che sia un uomo di forza ma anche di pace, lo avete visto con l’Iran. Adularlo è la strategia giusta? È una questione di gusti. Le decisioni prese da questo summit sono storiche, senza di lui non saremmo qui e credo che si meriti delle lodi.

Siamo in buone mani, direi! E, per contrastare l’assurdità del mondo condiviso, possiamo solo boicottare … whatsapp (con Telegram, che però è della pacifica Russia), o Google o Amazon. O come ha fatto la Coop rispetto ai prodotti sionisti (ma solo alcune Coop!). o come hanno fatto le farmacie di Sesto Fiorentino, che non vendono più prodotti israeliani. O come la lotta di lunga durata contro la danese Maersk, la compagnia di trasporto che intratteneva rapporti con i coloni della Cisgiordania (ma che continua ad esportare componenti per le armi in Israele).

E nel frattempo fuori ci sono 5 gradi sopra la media stagionale ed al Mondiale di calcio per club gli organizzatori, ubbidendo al motto The show must go on! Lo show deve continuare, per contrastare le temperature anche di 37 gradi e l’umidità del 45%, hanno dovuto utilizzare, durante gli allenamenti, getti d’acqua sui giocatori, ventilatori in campo e bevande fredde ogni 10 minuti, mentre avvengono acquazzoni improvvisi durante le partite con un pallone che rimbalza come un coniglio sull’erba alterata e con gli stadi vuoti … mentre le riserve del Borussia Dortmund parteciperanno alle partite dagli spogliatoi.

Ma, si sa, per lo zio Donald e per la banda dei guerrafondai l’effetto serra è un opinione … o, al massimo, un’opportunità per fare più soldi … finché dura! Almeno finché possiamo credere al libero mercato, finché possiamo credere alla scienza che ci salverà e possiamo sperare ad un Dio a nostra immagine e somiglianza … un Dio orribile, insomma, … che pretende che The show must go on!.

Adolfo Santoro

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