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Attualità domenica 10 aprile 2022 ore 08:23

Poffare e Volturno

Nella foto, insieme ai calciatori della sua Alba, Volturno è l’ultimo a dx (con i pantaloni alla zuava), alla sua sx il mitico Poffare.

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia Gordiano Lupi ricorda due personaggi piombinesi simbolo dello sport locale



PIOMBINO — Poffare c’era prima del Tafuri, faceva il massaggiatore del Piombino e lavorava in Magona come infermiere. E di sicuro l’ho visto, al Magona, dato che è morto nel 1977, periodo in cui da tempo frequentavo lo stadio, prima da calciatore di poche pretese, poi da arbitro di belle speranze. Lui era stato anche un giocatore di quella squadra in maglia nerazzurra, proveniva da Orbetello, il suo vero nome era Socialino Giannotti, va da sé che a Piombino tutti l’han sempre chiamato Poffare. Giuseppe Cavicchioli, in un post su Sei Piombinese se… me l’ha fatto tornare alla memoria, quindi mi ha spedito alcuni articoli di stampa che tratteggiano la sua figura con quel modo di scrivere retorico tipico degli anni Settanta.

“Poffare, democratico autentico, come la sua famiglia, convinto antifascista, è deceduto dopo lunga malattia, da tempo costretto in casa, sul suo letto”, si legge in un articolo. Per trent’anni massaggiatore del Piombino, in gioventù calciatore, quindi masseur del glorioso Gruppo Sportivo Alba, compagine che furoreggiava negli anni Trenta, vero e proprio serbatoio dell’Unione Sportiva Piombino. Poffare fu compagno e massaggiatore dei pionieri Nassi, Pepi, Marianelli, Bianchi e Pasquinelli, ma anche dei calciatori che fecero l’impresa, la compagine fiera e baldanzosa che battè la Roma in serie B, per tre a uno, sul terreno del Magona. Tra le sue mani sono passati i muscoli di Ansaldi, Colombelli, Cattaneo, Mezzacapo, Carlotti, ma anche dei più giovani Martini, Cioni, Semplici, Bellucci, Bocchigli, Reami, Pierozzi eBatistini (il Piombino in C e in D). Persino il sindaco Polidori ricordò la figura di Poffare in consiglio comunale, nel giorno della scomparsa, tale e tanta era la sua fama locale. Dante Pepi, uno dei pionieri del calcio piombinese, colonna della Sempre Avanti, scrisse un accorato ricordo, definendo Poffare una nobile figura di cittadino modello, amato e stimato da tutti i calciofili piombinesi, lavoratore generoso e infaticabile. Poffare ha rimesso in sesto per anni le gambe di tanti calciatori che le sue prodigiose mani manipolavano a dovere, era una sorta di guaritore infallibile, un miracoloso sanificatore di strappi, stiramenti e distorsioni. Erano tempi in cui tutto si curava con massaggi, impacchi di ghiaccio e chiare d’uovo, acqua e sale per sfiammare tendini indolenziti, le cose più astruse sembravano efficaci, non avevano ancora inventato il fai da te diInternet, si ricorreva ai cosigli degli esperti. Dante Pepi ricorda Poffare sempre disponbibile con tutti, anche se un infortunato non aveva disponibilità economiche, lui lo curava, gli bastava la soddisfazione di aver restituito uno sportivo alla sua passione. Poffare e Pepi avevano cominciato insieme l’avventura, in piazza Dante, sul campo di Sansone, nella storica Sempre Avanti che dette il via al calcio piombinese, su un terreno di gioco fatto di terra e sassi. Poffare smise di giocare - per ironia della sorte - in seguito a un infortunio al ginocchio, forse fu la disgrazia calcistica a spingerlo a intraprendere l’arte del masseur, prima al servizio dell’Alba di Volturno, quindi del Piombino, per rimettere in sesto giocatori, memore del suo abbandono.

Parlando di Poffare viene spontaneo dire qualcosa di Volturno, il popolare ristoratore piombinese, proprietario d’una taverna di Trastevere dove si mangiava bene e si beveva vino genuino. Il nome del ristornate esiste ancora, conserva tradizioni del passato e la memoria di quei tempi andati. Eravamo negli anni Trenta, faceva furore la squadra di calcio del Gruppo Sportivo Alba, il suo patron era Volturno Macchi, talent scout e grande appassionato di calcio, ex dipendente Magona, poi macellaio, quindi gestore d’un bar popolare di Trastevere. Non era un allenatore, caso mai un manager che dispensava preziosi consigli, da tutti ascoltati, stimato esperto di tattica calcistica e scopritore di grandi giocatori. Tra i suoi pupilli ricordiamo Dino Nassi (bandiera nerazzurra per decenni, prima in campo, poi alla scrivania) e Dante Pepi, persino del portiere Bulgheri, giocatori che mossero i primi passi proprio nel G. S. Alba. Volturno è morto nel 1970, da tutti rimpianto, una persona insostibuile in un ruolo da manager di paese che col passar del tempo è diventato ricordo del passato.

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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