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Politica lunedì 14 giugno 2021 ore 08:47

Primi dubbi su Piombino polo del preridotto

M5s: "Prima di far avventurare il territorio in qualsiasi progetto alternativo, definire il riassetto complessivo del sito industriale"



PIOMBINO — Piombino polo nazionale della produzione di Dri (preridotto di acciaio utilizzato per alimentare i forni elettrici)? L'idea definita embrionale è stata anticipata da Gianpietro Benedetti del Gruppo Danieli di Udine in una intervista pubblicata da Siderweb e riportata dai quotidiani locali.

Su questa ipotesi riflette il Movimento 5 Stelle che si domanda se questo progetto futuribile convenga realmente al futuro dello stabilimento di Piombino.

"La cosa dal suo punto di vista è anche comprensibile, in quanto il mercato fa registrare un vertiginoso aumento del prezzo del rottame di qualità e, alla luce di questo, un impianto di preridotto in grado di alimentare le acciaierie elettriche del nord rappresenterebbe un bel vantaggio competitivo. - hanno commentato i 5 Stelle - Piombino ha un grande porto, che permetterebbe l'approvvigionamento di minerale, ed è sicuramente più vicino al nord di Taranto ma, fatto salva l'indubbia convenienza per il dottor Benedetti, ci dobbiamo chiedere se conviene al territorio piombinese. La risposta è decisamente no e non per il masochistico piacere di coltivare l'etichetta di quelli del no a prescindere, ma per chiare ed incontrovertibili motivazioni tecniche e politiche".

"Anzitutto è doveroso premettere che la proprietà delle aree industriali è di Jsw Italy, che ancora non sappiamo se e quando investirà in una o più acciaierie elettriche e, in assenza di un ciclo industriale in loco in grado di assorbire la produzione di preridotto, vale la pena di avere un impianto inquinante con tutti gli annessi (parchi minerale, nastri trasportatori, rigassificatore, etc.) per una contropartita di qualche decina di posti di lavoro? Così si rischia di riproiettare il territorio verso una stagione che, volenti o nolenti, è stata superata: la contrapposizione ambiente-lavoro, con tutte le frizioni, anche di ordine sociale, che questa comporta, senza avere un ritorno in termini occupazionali o comunque di consolidamento della siderurgia. Veramente vogliamo ripartire da lì?".

"Tuttavia siamo costretti dalla cronaca a registrare questa notizia e, per quanto non ci sia niente di ufficialmente avviato, non possiamo non chiederci a che titolo e con quale pregresso il dottor Benedetti lanci questa proposta, anche alla luce del rigoroso silenzio mantenuto dal ministro Giorgetti. Prima di far avventurare il territorio di Piombino in qualsiasi progetto alternativo, - hanno commentato i pentastellati - dovrà inderogabilmente essere definito il riassetto complessivo del sito industriale, anche collocandolo nello scacchiere di un piano siderurgico nazionale complessivo e non solo di quello delle acciaierie del nord. Ci teniamo a precisare che non abbiamo nessuna aprioristica preclusione verso il mondo Federacciai, ma ci teniamo anche a ribadire fin da subito che qualsiasi investimento e di qualsiasi natura vorranno fare a Piombino, dovrà necessariamente coincidere con il prevalente interesse del territorio".


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