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Politica sabato 11 giugno 2022 ore 15:57

"Tenteremo ogni strada per impedire il progetto"

Movimento 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle espone i motivi che spingono a dubitare del progetto, a partire da sicurezza, tutela ambientale e sviluppo del porto



PIOMBINO — "Apprendiamo con estremo disappunto della nomina del Presidente della Regione Toscana a commissario per il rigassificatore di Piombino. Pochi giorni or sono abbiamo avuto modo di manifestare la nostra contrarietà a questo progetto direttamente al Ministro Cingolani, ritenendo doveroso, in quanto forza politica di Governo, tentare la strada del dialogo con le istituzioni, ma già in quella sede ci era parso di capire che il margine di ripensamento fosse esiguo. Con questa nomina tuttavia il Governo certifica apertamente che il porto di Piombino è la destinazione definitiva della seconda nave rigassificatrice, rendendoci estremamente difficile percorrere la strada della conciliazione". Parole del Movimento 5 Stelle locale a seguito degli sviluppo del Governo sul rigassificatore da destinare a Piombino (leggi qui l'articolo collegato).

"Ci teniamo quindi a ribadire che tenteremo ogni strada utile per impedire che questo progetto arrivi a compimento, come ci teniamo a spiegare le ragioni del nostro no. Ragioni che non sono legate certamente alla ricerca di qualche voto in più, ma provengono dalla volontà di tutelare il territorio che ci ha eletto. - hanno spiegato - La prima ragione, sulla quale non si può derogare in alcun modo, è la sicurezza. Qualcuno ci deve spiegare perchè, dopo un iter durato 14 anni (2002 – 2016), al quale hanno partecipato il Comitato Tecnico Retgionale, il Ministero per l'Ambiente e l'Arpat, si è deciso di garantire la sicurezza dei cittadini livornesi ubicando il rigassificatore a 12 miglia marine dalla costa, mentre a Piombino viene installato nel porto. Cosa accadrebbe nel caso si verificasse un incidente rilevante nel secondo porto d'Italia per traffico passeggeri? Rischio di incidente che, per quanto basso, non potrà mai essere 0. Chi si assumerà la responsabilità di fronte ad un eventuale incidente? Il Governo? Il Ministero? Il commissario? La seconda ragione sta nel fatto che Piombino è un'area di crisi industriale complessa ormai dal 2013, ben prima della pandemia, con una situazione economica e sociale fra le peggiori del nostro paese. In questo lungo periodo nulla si è mosso dal punto di vista del rilancio economico, ma quantomeno è stata sviluppata l'infrastruttura portuale. Infrastruttura che rischia di veder bloccato l'utilizzo delle nuove aree per tutto il periodo di permanenza del rigassificatore in porto (2/3 anni), mentre invece resta ancora da capire come influirebbe la presenza del futuribile rigassificatore offshore sul traffico navale. Infine, ma non per ordine di importanza, va sottolineato che il nostro è un territorio già altamente inquinato, e non si merita certo di veder disperse nel proprio mare le 1,5 tonnellate al mese di ipoclorito di sodio necessarie per tenere pulite le tubazioni di prelievo dell'acqua di mare funzionale allo scambio termico con il gas liquefatto". 

"Siamo ben consapevoli che l'azione del Governo è dettata dalla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento e di liberarsi dalla dipendenza dal gas russo, ma senza addentrarci in questioni geopolitiche che metterebbero a dura prova la capacità di attenzione del lettore, vale la pena di sottolineare che Piombino già contribuisce a coprire parte del fabbisogno energetico nazionale con un campo eolico e con un campo fotovoltaico di prossima realizzazione. Il rigassificatore di Piombino - hanno concluso i pentastellati - fornirebbe alla rete nazionale 5 miliardi di metri cubi annui di gas, che possono sembrare tanti, ma se rapportati al fabbisogno nazionale che è di 75/80 miliardi, assumono un valore decisamente diverso".


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