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Attualità domenica 17 luglio 2022 ore 08:35

Ruggero me lo ricordo in campo

Ruggero Toffolutti in una foto storica di Romano Favilli

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia “Ruggero me lo ricordo in campo” di Gordiano Lupi



PIOMBINO — Ruggero me lo ricordo in campo, per me non ha mai smesso di giocare, calca ancora il tappeto verde del Magona - che ai suoi tempi era davvero verde -, fa girare la testa agli avversari con immancabili finte e scatto breve, serpentine e passaggi che lanciano i compagni in area di rigore. Ruggero me lo ricordo piccolo campione di provincia, speranza d’un calcio che adesso non c’è più, sei anni più piccolo di me, ginocchia sbucciate su terra e sassi del marrone, rincorrere un gol, un abbraccio, una speranza. Ruggero me lo ricordo calciatore, sempre corretto, capitano della squadra, ai tempi del settore giovanile, da arbitro non ho mai estratto un cartellino per placare il suo agonismo e tanto ardore. Milanista innamorato di Van Basten, il suo ricordo adesso è nel Van Toff, il vecchio campo di calcetto Magonello, e un torneo che procede senza sosta dal 1998, anno d’un tragico incidente. Ruggero adesso tutti lo ricordiamo, calciatori e arbitri, campioni del futuro e dilettanti, spettatori che lo videro debuttare in prima squadra nel 1983, campionato Interregionale, a soli 17 anni. Era il Piombino di tanti galantuomini, Pazzi e Luzzetti, un pugno di calciatori venuti da Grosseto, cavalieri che fecero l’impresa di riportare la squadra in Quarta Serie. Erano i tempi del mitico Magona ogni domenica stracolmo di tifosi, d’una tribuna verde mai dimenticata, d’una curva dal sole riscaldata, d’una fredda gradinata a tramontana e d’un sottopassaggio che faceva tremare gli avversari. Ruggero me lo ricordo così, in mezzo al campo, bello come il sole, calibrare lanci virtuosi, sorridere per tutte le vittorie, piangere per sconfitte immeritate, abbracciare compagni e allenatore. Ruggero me lo ricordo nerazzurro, pure se lui era milanista, trentadue anni smarriti dentro un ingranaggio, stritolato nel reparto zincatura. Non si può morire di lavoro. No davvero. Ruggero ci guarda da lontano. Vorrebbe che il suo sacrificio fosse servito almeno a far capire che non è possibile morire di lavoro. Sarebbe la sua rete più importante, una vittoria contro l’ingiustizia, mentre una sirena richiama gli operai e il sole splende sul Magona in festa.

Ruggero Toffolutti (Foto storica di Romano Favilli)

P.S. - A proposito di Ruggero riporto una nota di Fabrizio Chelotti, ex calciatore del Piombino: “Ruggero era un bravo ragazzo, timido e fragile, dotato di grande talento. Ti racconto un aneddoto. Nel 1990 organizzammo un torneo aziendale a San Vincenzo e i dipendenti del Comune di Piombino partecipavano con una squadra. Io ero il responsabile tecnico, visto che era consentito da regolamento ingaggiare due esterni, pensai bene di prendere Marcello Cardinali in porta e Toffolutti in attacco. Fu una scelta azzeccata, vincemmo il torneo e Ruggero fece una valanga di gol (18 in 8 gare). Per fare una squadra di calcio vincente servono un buon portiere, un centrale, un centrocampista e un attaccante che la butta dentro. Noi li avevamo! In quel gruppo di dipendenti comunali c’erano anche Riccardo Villani (scomparso nove anni fa), Claudio Ferarrini e Alessandro Guasti (morto tre anni fa), tutti ex calciatori di buon valore”.

Nella foto Ruggero Toffolutti in basso al centro (Foto di Fabrizio Chelotti)

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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