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Attualità giovedì 01 giugno 2023 ore 14:47

Agrivoltaico, "aree agricole non sono parchi"

Foto di repertorio

In una lettera aperta un agricoltore di Suvereto si domanda quale sia il confine tra attività agricola e libertà di impresa nel rispetto delle leggi



SUVERETO — "Esiste ancora la possibilità di esercitare la libertà dell'iniziativa economica privata?". Se lo domanda un agricoltore di Suvereto sulla scia del dibattito sulla questione agrivoltaico e la promozione di queste realizzazioni entro il 30 Giugno 2026.

"Negli ultimi anni, non è un fenomeno dell'ultima ora, in presenza di iniziative che si propongono di essere realizzate nel rispetto di tutti i vincoli imposti dalle normative vigenti ed in taluni casi andando anche oltre in senso migliorativo, sembra che questo sia estremamente difficile, se non addirittura impossibile. - ha esordito in una lettera aperta - Anzi, accade spesso che la proposta non abbia nemmeno la possibilità di essere discussa nel merito, viene bloccata prima, da comitati appositamente costituiti che raccolto il favore dell'opinione pubblica, mi permetto di dire non so quanto informata e dalla debolezza della politica. La vicenda dei parchi agrivoltaici è solo l'ultima di una serie".

"In ordine di tempo nel comune dove risiedo e svolgo la mia attività agricola da sempre, si è detto no alla realizzazione di una centrale a biomasse, perchè in contrasto con l'ipotesi di realizzazione di un centro termale del quale si sono perse le tracce, ad un allevamento di suini perché impattante. Ora la levata di scudi è contro i parchi agrivoltaici, sempre ovviamente in nome dell'ambiente e della tutela del paesaggio e dei valori storici del territorio", ha evidenziato 

Nella lettera aperta si fa riferimento anche alla lettera che un gruppo di sindaci toscani ha inviato al ministro Lollobrigida e all'assessora della Regione Toscana Saccardi nella quale si chiede di consolidare le filiere, costruire canali di commercializzazione alternativi e innovativi contro le speculazioni e le oscillazioni del mercato.

"Purtroppo la politica e le istituzioni sono ostaggio della opinione pubblica e le decisioni tardano ad arrivare, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Gli agricoltori hanno indubbiamente la colpa di non riuscire a farsi capire, alcune volte mi viene da pensare che vivono in un mondo tutto loro. Ma la pretesa, non so come definirla diversamente in questo momento, di arrogarsi le scelte imprenditoriali, arrivando a considerare le aree agricole zone assimilabili a parchi, non la posso condividere", ha concluso.


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