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Attualità venerdì 09 agosto 2024 ore 15:14

Fotovoltaico, "associazioni prendano posizione"

Comitato Terre di Val di Cornia incita le associazioni di categoria a prendere posizione in merito alla situazione



VAL DI CORNIA — "Il territorio della Val di Cornia è preso di mira dagli industriali delle fonti rinnovabili che approfittano del vuoto normativo, dei vari incentivi del PNRR e delle difficoltà del settore agricolo per comprare centinaia di ettari di terreni agricoli. Dall’esame dei progetti in corso di istruttoria risulta che siamo di fronte a un quadro allarmante: in Val di Cornia questi gruppi industriali hanno già presentato progetti di mega impianti tra fotovoltaico a terra e agrivoltaico per 285 ettari (400 campi da calcio), più 16 pale eoliche dell’altezza di circa 230 metri".

Si apre così un intervento del Comitato Terre Val di Cornia in merito al rischio di speculazioni sull'agrifotovoltaico a danno dell'agricoltura.

"A niente sembrano valere i pareri contrari dei Comuni e le numerose osservazioni inoltrate dai cittadini al Ministero e alla Regione Toscana. - prosegue  il Comitato - Di fronte a questo scenario, che oltre all’agricoltura rischia di compromettere l’economia della Val di Cornia in generale, a partire da quella turistica, sorprende il silenzio delle associazioni di categoria dell’agricoltura, del commercio, dell’artigianato e del turismo". 

"Il Comitato sollecita, pertanto, le associazioni di rappresentanza dei settori agricolo, turistico, commerciale e artigianale a far sentire pubblicamente le proprie voci, unendole a quella delle istituzioni locali per spingere le istituzioni regionali e nazionali a bloccare un’aggressione al territorio senza precedenti. I progetti presentati sono unicamente mossi da logiche speculative e dall’interesse di pochi soggetti, perlopiù esterni che, deturpando le nostre campagne, rovineranno l’intero tessuto socio-economico del territorio", aggiungendo il Comitato.

“Un agricoltore – dice il coordinatore del Comitato Marco Bonucci – deve poter campare di agricoltura, non di vendita di corrente elettrica. L’agrivoltaico, ad esempio, è palesemente uno stratagemma utilizzato dall’industria per poter colonizzare le superfici agricole; basta vedere la carenza dei contenuti agronomici allegati ai progetti.Le istituzioni devono affrontare la questione dei prezzi invece di proporre agli agricoltori di cambiare fonte di reddito con il concetto perverso della “diversificazione” che è la via ipocrita per accompagnare l’agricoltura verso la sua fine. Le associazioni di categoria agricola devono avere il coraggio di condannare frontalmente un’operazione speculativa che si presenta come una soluzione per l’agricoltura quando, in realtà, viste già le vendite massicce e l’inflazione in atto, rappresenta il colpo di grazia del settore”.


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