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Attualità mercoledì 26 ottobre 2022 ore 09:58

Focus per la salvaguardia della risorsa idrica

Fiume Cornia

A Venturina l'incontro promosso da Consorzio Aretusa, Asa e Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa, in collaborazione con Water Europe e Università



CAMPIGLIA MARITTIMA — Si è tenuto nella giornata di lunedì 24 Ottobre, presso il Centro Fiere Sefi di Campiglia Marittima, un incontro per fare un punto sulle attività di salvaguardia della risorsa idrica in Val di Cornia con gli stakeholder di riferimento. L’iniziativa è stata promossa da Consorzio Aretusa (Asa, Solvay Chimica Italia e Termomeccanica Ecologia), Asa SpA e Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa, in collaborazione con Water Europe (Bruxelles) e Università Politecnica delle Marche.

L’iniziativa rientra nell’ambito del Progetto Horizon 2020 Ultimate (lo strumento di finanziamento alla ricerca scientifica e all’innovazione della Commissione europea) di cui è partner il Consorzio Aretusa. Discussa l'idea di fare della Val di Cornia un modello di economia circolare, operativamente replicando il modello Aretusa, vista l’occasione che scaturisce dal revampingdei depuratori di Piombino, Campiglia Marittima, Venturina e San Vincenzo e dalla possibilità dell’utilizzo delle infrastrutture dell’acquedotto non potabile Cornia Industriale (già presente sul territorio) che potrebbero incrementare il riuso dell’acqua depurata per l’utilizzo a fini industriali e agricoli in modalità sostenibile. 

Questa la sintesi della giornata di lavoro espressa dal Presidente di Aretusa, Michele Del Corso.

Durante l'incontro è stato posto l’accento sul Contratto di fiume Cornia come modello di governance per le risorse idriche in Toscana e sul finanziamento della progettazione per l'ampliamento della ricarica controllata della falda come strumento strategico per una maggiore disponibilità della risorsa idrica, approvato proprio in questi giorni dal Dipartimento della Protezione civile.

Le criticità locali e i costanti stress ai quali è sottoposta la risorsa idrica stanno facendo emergere sempre più il ruolo strategico del riuso delle acque dei depuratori e la necessità di ulteriori soluzioni, come, ad esempio, proprio la stessa ricarica artificiale della falda, la riduzione delle perdite nelle reti, il corretto utilizzo della risorsa da parte degli utilizzatori e lo sviluppo della diversificazione produttiva idrica. Questo anche tramite l’utilizzo della potabilizzazione delle acque di mare, vera risorsa infinita, capace di intervenire quando le appena citate attività non risultino sufficienti al fine di mantenere in equilibrio quanti qualitativo, le falde, per quanto necessario.

Asa è già molto avanti sul tema del riuso della risorsa idrica, attualmente stimato in circa 4 milioni di metri cubi, ma con una potenzialità di circa 10 milioni, su un totale di 30 milioni di metri cubi di acque depurate. Se il territorio della Val di Cornia è avanti come modello di sostenibilità, è da ricondurre alla collaborazione tecnica ma anche alle relazioni umane che si sono instaurate tra i diversi soggetti che hanno lavorato al progetto europeo di ricarica controllata della falda del fiume Cornia, il Life Rewat.


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