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Sport giovedì 09 dicembre 2021 ore 10:26

​Il sentiero dei ricordi, sconfitta dopo sconfitta

Il Piombino a Colle Val d’Elsa non brilla. Lupi ripercorre la partita, tra ricordi e prospettive in attesa della gara di domenica col Ponsacco



COLLE VAL D'ELSA — Festa dell’Immacolata sul sentiero dei ricordi, raggiungere Colle Val D’Elsa passando da Volterra (non lo fa più nessuno), tra curve e tornanti, animali vaganti, una ferrovia locale cantata da Cassola, piccole stazioni dimenticate, Casino di Terra e Ponteginori, quindi Saline, cadente monumento, infine il bastione di Volterra con la prigione illuminata nella nebbia. Strada di viti e olivi, terra dissodata, silenzio e alabastri, ricordi indimenticati come un vecchio stadio nella curva dei pensieri. Soltanto un attimo, procedi verso Colle, torri di San Gimignano nel ricordo, periferia del Medio Evo, soldati di ventura dentro le mura d’una città antica. Colle Val D’Elsa è cambiata, forse solo il bar di piazza Sant’Agostino è rimasto immutabile nel tempo, anche se lo gestisce un simpatico albanese e la clientela parla tutta slavo. Niente di male, solo che rammentavo senesi e fiorentini di provincia, gente un po’ arcigna ma toscana, verace e impetuosa, insomma, eredi di Dante e Cacciaguida, non di Kavafis, ma questo è il presente.

Parcheggio l’auto in un gran piazzale tra le case, mi rendo conto che calpesto antica gloria, proprio il vecchio campo dove nel 1975 vidi giocare il Piombino di Reami. Ecco, tutto il mondo è paese, purtroppo non solo a casa mia distruggono campi di calcio e ci fanno parcheggi. Non era bello quel campetto di paese, sterrato e piccolo, polvere e sassi, ma conteneva una fetta di passato, tanti ricordi, adesso solo gomme d’auto, gas di scarico tra platani che perdono foglie ingiallite e case (ancora quelle antiche!) con i panni tesi alle finestre. Lo stadio nuovo, invece, è roba da Serie C, un centro sportivo che a Piombino ce lo sogniamo, pista in tartan, tribuna in muratura, un bar che si può farci una festa, campi di allenamento, palestre nei tendoni, campo di rugby e un coro d’ultras che non si ferma per tutta la partita. Ecco, la partita, pure di quella prima o poi devo parlare. Comincia nel modo che speriamo, segna Orarah dopo un fazzoletto di minuti, un fuoco di paglia, una tiepida illusione, si può dire che altro non facciamo; loro pareggiano e chiudono il primo tempo, poi nei primi istanti del secondo raddoppiano, complice la solita svista difensiva. Piove sul bagnato, come piove sul comunale Gino Manni rendendo il campo pesante e scivoloso, piove sui ricordi, piove sulla foglie dei platani ingialliti, piove sulle illusioni, piove sulla favola bella di tornare a casa almeno con un punto.

La sintesi di tutto sta in quel che mi dice uno sportivo di Colle mentre ce ne andiamo: “Complimenti, non è da tutti schierare quattro ragazzi del 2004, in Eccellenza”. Mi prendo i complimenti, li porgo al Presidente, pure all’allenatore, ma la chiave di volta dell’incontro è presto detta: questi ragazzi son troppo inesperti; la Colligiana ha un centravanti di 35 anni e un centrocampista di 34, il nostro giocatore più anziano di anni ne ha solo 27 e la media squadra si attesta attorno ai 20. Forse si rischia di bruciare giovani calciatori, di far portare un peso troppo grande, una responsabilità che non compete.

Tutto pare sempre assai difficile, quasi impossibile, sembra che la squadra avversaria sia grintosa, aggressiva, faccia pressing e macini gioco, mentre noi attendiamo che si compia il rito, vittima sacrificale sull’altare dell’ultima sconfitta (otto in totale, sette consecutive).

Un Piombino sempre più ultimo, sempre più staccato, con 5 miseri punti, le più vicine (Ponsacco, Fucecchio e Certaldo) di punti ne hanno 10. E domenica al Magona scende il Ponsacco, sconfitto di misura dal Livorno. Non sarà facile. Quando mai lo è stato? 

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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