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Attualità venerdì 26 luglio 2024 ore 15:00
"Che squadra ragazzi!" Reami, grinta e passione
Il ricordo poetico scritto da Gordiano Lupi in memoria del grande calciatore e allenatore Emilio Reami recentemente scomparso
PIOMBINO — "Che squadra, ragazzi! Che squadra...Ritrovo i migliori, persino Valcareggi, il mio allenatore della serie C, dopo la retrocessione. La B non faccio in tempo, son troppo giovane, nasco a Montescudaio e vengo da San Carlo, in Promozione. Che squadra, ragazzi! Ci son proprio tutti. Carlotti che vola, Colombelli, Morisco, Taddei, Fiorindi, persino Topi e Pierozzi, compagni del tempo passato. Adesso rivedo i campi di calcio di tutta una vita. Cosenza in Quarta Serie, ancora Piombino, con Picchi e Lorenzelli, Batistini, Tabani, Tanfani, Del Sarto, Vemati, Semplici, Cioni, Martini, gli amici di sempre. Quel rettangolo (verde o sterrato) della mia giovinezza, da Empoli a Calangianus, la serie D da mediano grintoso e tenace, infine di nuovo Piombino - con Panicucci, Bocchigli, Profeti, Lancioni - e Audace di Portoferraio. Che squadra, ragazzi! Che squadra...
Ritrovo un po’ tutti e io (un allenatore non così male) ci potrei disputare un campionato stellare e vincer davvero, non andarci soltanto vicino. Alleno l’Audace, ultima squadra da calciatore, poi Massetana, ma voglio tornare a Piombino, dove vivo due grandi stagioni con il Magona stracolmo, la gente che grida, la passione d’una città intera.
Arrivo nel 1974, con grinta e tenacia salvo la squadra e un anno dopo la guido verso la serie D, ma la Caf mi toglie il secondo posto, la Cerretese mi ruba il campionato più bello, il solo che ho vinto davvero. Tante soddisfazioni, persino la Juventus al Magona, la battaglia in un mare di fango contro il Pontedera, le risse con Russo e Morandi, son fatto così, uomo di scoglio, verace, ormai lo sapete. Lascio che il mio Piombino vinca con altri, torno sull’Isola d’Elba - Audace di Portoferraio -, poi San Vincenzo, di nuovo al Magona (per poco) nel 1981, stagione sofferta, alla fine lascio al mio amico Giuliano Cioni.
Ironia della sorte il Piombino vince il Campionato l’anno che segue, quando son già partito. Massetana e Capoliveri sulla mia strada, ancora Piombino, per ben due volte, entrambe devo lasciare prima della fine del campionato; nel 1990 subentra Luciano Bianchi, nel 1999 - ho 66 anni! - ancora ci provo ma non va bene. Destinato a non vincere niente con il Piombino, ma solo ad andarci vicino, anche se la squadra che va in serie D con Barontini è figlia mia, son tutti ragazzi che ho preparato.
Faccio il Direttore Sportivo, stringo accordi con l’Empoli, squadra del mio passato, per un settore giovanile importante, adesso che loro son di serie A. Finché posso vado al Magona con la mia Cinquecento, una macchina d’epoca che guido con guanti marroni, come sempre elegante, trance stile Bogart e occhiali da sole, i baffetti composti, ironico, arguto, da buon piombinese, sempre pronto allo scazzo.
Lo so che a Piombino mi ricordate per una battuta gridata in panchina, che si tramanda di padre in figlio, ma è un modo anche quello per restar nella storia dei piccoli eroi di provincia. Vinciamo con il Venturina, rivale di sempre, un gol su rigore di Da Mommio; un rompicoglioni seduto in gradinata vuole una punta, troppe volte lo grida, non riesco a tacere. Le punte son dal Bientinesi, rispondo, se proprio le vuoi, vai in ferramenta a comprarle.
Non comprendo perché vengo esonerato per una battuta, pure l’arbitro ride, la partita la vinciamo pure, due a zero, raddoppio di Fenzi, punta di ruolo, non serve metterne ancora, che vi dicevo? Che squadra ragazzi!
Che squadra...questa volta il Campionato lo vinco davvero, le punte ci sono, non serve gridare; Panicucci e Pierozzi, Profeti e Cattaneo, persino su Zucchinali potrei contare. In panchina abbiamo il migliore, il più tenace e grintoso, il mister che non vuol perdere neppure in allenamento. Emilio Reami, signori. Che squadra ragazzi! Che squadra...
Gordiano Lupi
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