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Lavoro giovedì 06 settembre 2018 ore 18:14

Consiglio di fabbrica, la Rsu scalpita per Roma

Dopo i primissimi segnali di ripartenza targati Jindal, i sindacati si sono confrontati sulle questioni da risolvere con l'azienda e con il Governo



PIOMBINO — Si è riunito il primo Consiglio di Fabbrica Aferpi e Piombino Logistic della proprietà e gestione Jindal. Un incontro che è servito ai sindacati per fare il punto della situazione dopo l'arrivo della nuova proprietà. 

Il primo momento di entusiasmo e speranza segnato dall'arrivo della prima nave di semiprodotto, è arrivato il momento per i sindacati di mettere sul tavolo i punti che generano ancora preoccupazione. Stiamo parlando della richiesta di garanzie di proroga degli ammortizzatori sociali sia sulla durante dell'intero piano industriale che sul loro valore economico. A questo si aggiunge anche la sempre più critica situazione dell'indotto. Per questo è stato sollecitato un incontro urgente con il ministro Di Maio ricordando anche l'impegno preso dal senatore De Falco e dal sottosegretario Galli per una celere convocazione al Ministero del Lavoro.

"Quella è per noi la sola sede per ottenere le necessarie garanzie. - ha commentato la Uilm in una nota - A breve scadranno gli ammortizzatori sociali di varie vertenze di altre grandi aziende italiane e sarà più chiaro come questo Governo intende salvaguardare i posti di lavoro in Italia e nella siderurgia. Senza risposte - hanno aggiunto - metteremo in atto le adeguate iniziative e ricordiamo che per il rinvio di una convocazione fu occupata la sede del Comune e portammo 10 pullman di lavoratori sotto il Ministero a Roma. Come Uilm chiediamo di avere quanto prima le date di ripartenza anche del treno vergella e del treno barre perché con un'adeguata e corretta rotazione del personale potrebbero rientrare in stabilimento molti altri lavoratori da troppo tempo inattivi".

Durante la riunione è stato posto l'accento sul fatto che da una parte l'azienda intenda ridurre i costi e che dall'altra chieda degli straordinari a fronte di migliaia di lavoratori in attesa di rientrare in stabilimento.

"Sul fronte interno con la ripresa delle attività e il progressivo riavvio degli impianti I lavoratori stanno riscontrando alcune difficoltà di natura operativa. - hanno puntualizzato dalla Fiom - Come Organizzazioni Sindacali sapevamo di dover affrontare vari problemi che fino a pochi giorni fa sembravano ed erano di secondo piano in quanto lo stabilimento era fermo: (acqua calda, disinfestazione negli spogliatoi, orario autobus, sicurezza nei reparti). Su questi problemi le Rsu vigileranno e pretenderanno rispetto delle norme e degli accordi".

Uilm, nella sua nota, ha rimarcato come l'acciaio rappresenti per Piombino un settore determinante per l'economia soprattutto vista la questione del porto dove stentano a partire di progetti di cantieristica e di General Electric e, notizia recente, la perdita di traffici e posti di lavoro dopo la decisione di Moby per la Sardegna.

Per Fim, in sintesi, due le strade parallele da seguire: una con il Governo per discutere degli ammortizzatori sociali in scadenza a Dicembre e l'altra con l'azienda per la gestione del personale.

"Il nostro compito è quello di spingere giorno dopo giorno, passo dopo passo l'azienda al compimento per intero del suo piano industriale, ritenendo indispensabile tornare a colare acciaio quanto prima. - si legge nella nota Fim - Siamo molto preoccupati per il mancato insediamento sul porto di quelle aziende che servivano a portare a Piombino anche quella diversificazione che da troppi anni si sente annunciare ma mai realizzare. Con l'allungamento dei tempi - hanno concluso - insieme a quelle aziende si perdono 200/300 posti di lavoro che potevano riguardare quelle persone e figure professionali che oramai un posto di lavoro non lo hanno più".


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