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Attualità mercoledì 15 luglio 2020 ore 07:58

"Un piano industriale dai soci pubblici"

La discarica Rimateria

Un piano senza nuovi spazi di discarica e coerente con i principi su cui è nata Rimateria. L'appello per il futuro della discarica Rimateria



PIOMBINO — Su quale sarà il destino di Rimateria si interroga un gruppo di cittadini da sempre attivi attorno alle battaglie contro l'ampliamento della discarica in località Ischia di Crociano. 

"I soci privati vogliono farci credere che se non faranno le nuove discariche, destinate a rifiuti provenienti da tutta Italia, la società è necessariamente destinata al fallimento. - hanno riferito in una nota - In realtà, senza nessun ampliamento degli attuali spazi, Rimateria può ancora avere un ruolo utile al territorio, a condizione che torni ad operare al servizio del bene pubblico. In questo caso non fallirebbe Rimateria, ma naufragherebbero i progetti di guadagni milionari dei soci privati".

Dai cittadini anche un appello al presidente Rimateria a prendere una posizione chiara sul futuro della società, al quale viene contestato di aver firmato un ricorso contro la delibera che dichiarava Colmata centro abitato.

"Non ci stancheremo mai di ripetere che non si possono fare nuove discariche in un'area che ha una falda superficiale a circa 2 metri dal piano di campagna, in un terreno paludoso; - hanno aggiunto - come possono avere credibilità i progetti presentati da una società che non ha ancora messo in sicurezza la discarica attualmente in coltivazione, anche quando un tracciante del percolato è stato trovato addirittura in punti esterni alla discarica ed in un pozzo privato. Se è vero che i privati devono rispondere agli azionisti, il presidente e i Comuni devono rispondere ai cittadini. - proseguono - Ci dicano allora chiaramente: quale nuovo piano industriale hanno accettato? Forse quello che si aspettano gli azionisti, che non ha niente a che vedere con l'affermazione che Rimateria sarebbe stata al servizio del territorio e delle bonifiche, né con le dichiarazioni di chi sosteneva di voler impedire qualsiasi ampliamento di Rimateria. In base allo Statuto la parte pubblica ha diritto di veto su qualsiasi nuovo piano industriale e il Presidente può dimettersi qualora fosse costretto a firmare qualcosa che ritiene inaccettabile. Ricordiamo, per amor di precisione, che ad oggi i soci privati non hanno pagato neanche la metà delle azioni che dicono di aver acquistato. Da parte nostra, crediamo che i soci pubblici debbano presentare un loro piano industriale che non preveda nuovi spazi di discarica e coerente con i principi su cui è nata Rimateria, senza farsi intimidire da chi per sua stessa ammissione ha come unico fine l’utile per i propri azionisti. Possono e devono farlo, se hanno a cuore gli interessi della collettività".


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