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Attualità domenica 27 settembre 2020 ore 08:43

Piano Brassard e affondamento dello Sgarallino

La copertina del libro di Gordiano Lupi

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia “L’operazione Brassard e l’affondamento dello Sgarallino” di Gordiano Lupi



PIOMBINO — L’operazione Brassard non riguarda la città di Piombino, ma l’Isola d’Elba, in particolare Marina di Campo. Me ne sono occupato nella mia Storia popolare di Piombino perché è una pagina controversa che non deve restare sepolta in un colpevole oblio. L’operazione Brassard ha inizio alle 4 di notte del 17 giugno 1944 e con questo nome gli alleati designarono i movimenti di truppe francesi dalla Corsica che - con il supporto degli aerei americani - dovevano liberare l’Elba dalla dominazione nazifascista. La spiaggia di Marina di Campo è una trappola per topi, disseminata di mine, anche se l’artiglieria tedesca è stata sconfitta. I francesi fanno sbarcare un contingente di soldati senegalesi, che combattono per una causa che non li riguarda, drogati fino ai capelli, resi folli dal doping per non far comprendere la missione suicida che stanno per compiere. Infatti muoiono più di 500 senegalesi, che saltano in aria uno dopo l’altro, mentre i francesi sbarcano tranquilli nella spiaggia di Fonza che è priva di mine. Le truppe alleate catturano fascisti e tedeschi, liberando l’isola, ma nel frattempo i senegalesi resi folli dalla droga scorrazzano per la zona di Campo e dintorni, macchiandosi di orrendi delitti. Il rapporto dei Carabinieri Reali del 21 settembre 1944 parla di 9 elbanimorti, 191 donne stuprate, persino un tentativo di violenza ai danni di un bambino. Furono commessi furti per milioni di lire, depredati uffici e caserme, incendiate case, uccisi circa 1.400 animali tra bovini e ovini, rubati 33.587 litri di vino. Mille militari morti in battaglia fra le truppe alleate (500 senegalesi) e 700 soldati tedeschi caduti in difesa dell’Isola. Ricordate La ciociara di Vittorio De Sica, interpretato da Sofia Loren? In quel caso erano truppe marocchine a compiere le violenze, ma la sostanza non cambia. Pure all’Elba va segnalata un’uccisione compiuta da un soldato marocchino che - insieme a un sottufficiale francese - ammazza due elbani e un militare francese che si trova insieme a una donna di Portoferraio. Nel 2013, il sindaco di Marina di Campo, Vano Segnini, ha cercato di compiere un’opera pacificatrice, organizzando un evento di preghiera e ricordo che portasse la comunità senegalese in contatto con gli elbani, ma i cittadini elbani hanno rifiutato con sdegno la proposta. In realtà si sarebbe trattato di ricordare insieme i rispettivi morti, anticipando la ricorrenza dei 70 anni dallo sbarco, che (per fortuna) sono stati celebrati senza contestazioni e proteste il 17 giugno 2014. La ferita è ancora aperta e non permette riconciliazioni, anche perché gli storici giudicano l’intervento un inutile spargimento di sangue, visto che gli uomini guidati dal generale Gall si stavano ritirando verso la Germania, era già avvenuto lo sbarco in Normandia (6 giugno), era stata presa Roma e gli alleati avevano raggiunto Grosseto.

Gli alleati attaccarono i tedeschi sull’Elba per aggiudicarsi il controllo del Canale di Piombino, dove il 22 settembre 1943 un sommergibile inglese aveva distrutto per errore il piroscafo Andrea Sgarallino, il traghetto di linea tra Piombino e l’Elba. La marina britannica lo scambiò per un mezzo tedesco, a causa del colore militare, e fu una carneficina, soprattutto di elbani (alcune fonti parlano di 330 morti, la certezza storica si ferma a 120). Il 16 settembre del 1943 Portoferraio era stata pesantemente bombardata, subito dopo il piroscafo Sgarallino riprese l’attività di collegamento con Piombino, assicurando il trasporto di persone e merci verso il continente, ma il 22 settembre, dopo aver costeggiato il promontorio, subito dopo l’isola di Palmaiola, verso la rada di Portoferraio, tre siluri inglesi provocarono violentissime esplosioni a bordo della nave e il successivo affondamento. Lo Sgarallino si spezzò in due in pochi secondi, sprofondando tra un ribollire ondoso in un fondale di settanta metri, tra resti umani e carcasse metalliche, macchie oleose e frammenti di struttura. Un tragico errore del comandante Herrick che aveva intravisto un bastimento mimetizzato, scambiandolo per tedesco. Tra le vittime innocenti un bambino di nove mesi che viaggiava con i genitori; pochi i superstiti, tra di loro il fuochista Campodonico e il marinaio Fusari, molte (ma non tutte) le salme ritrovate dopo pochi giorni, anche quella del comandante Ghersi. In occasione dell’anniversario dell’affondamento dello Sgarallino vengono organizzate commemorazioni, anche se quest’anno tutto si è svolto in tono ridotto a causa dell’epidemia da Covid-19, alla Linguella, sul piazzale antistante la Capitaneria di porto.

L’operazione Brassard, invece, viene fatta passare sotto silenzio. Non esistono momenti commemorativi.

Tratto (e ampliato) da Storia Popolare di Piombino (Il Foglio Letterario Edizioni, 2015 - Terza Edizione rivista e corretta, 2019)

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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