Attualità domenica 11 maggio 2025 ore 07:00
Via dei Lecci e viale Vittorio Bachelet

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia Gordiano Lupi ci racconta un nuovo scorcio della città
PIOMBINO — Via dei Lecci - oggi si chiama via Pertini, in realtà viale, perché alberato - prosegue dopo la rotonda terminale di via della Pace; questa è l’antica località San Rocco dove giocavamo a calcio nel campino del Nannelli, che tutti chiamavano il Pozzino, accanto aveva una vigna dove a settembre si faceva merenda fregando il contadino. In questa parte di via dei Lecci si dipartono le strade laterali legate agli alberi, siano cipressi, pini, platani, a dispetto che son tutte traverse commerciali adibite a fondi per carrozzerie e officine meccaniche. In via dei Lecci c’è la storica Gelpesca che un tempo aveva uno spazio surgelati aperto al pubblico; poco avanti puoi trovare le Elettroforniture Montauti, attive dal 1921, che secoli fa ricordo in corso Italia (lato depressione, ma nei Sessanta era vitale), ci compravo lampadine, fili elettrici e prolunghe, pile per radioline da portare la domenica allo stadio per sentire Tutto il calcio minuto per minuto e il mercoledì per ascoltare la radiocronaca di Coppa, se giocava l’Inter. Poco più avanti le acque minerali Idam, che ricordo come Tullio Eliopoli (dal nome del padrone); vendevano gassosa e spuma, aranciata e acqua minerale con bollicine, ché negli anni Settanta l’acqua non gasata la beveva nessuno, era da fessi, era uguale a quella della pila. Il deposito di bibite gasate era la meta al termine delle partitelle disputate sul campino del Nannelli dove ci allenavamo per partecipare a improbabili campionati dove perdevamo sempre, soprattutto contro le temibili Macerie. Una delle traverse di via dei Lecci si chiama via dell’Olivo, c’è la concessionaria Ford, tra le poche rimaste di grandi dimensioni; poi ci sono le ville del passato ancora in piedi, le case residenziali, gli ex poderi di San Rocco diventati appartamenti signorili, muniti di cancello e cane da guardia, telecamera e allarme. Il fosso maleodorante di campagna si stempera verso la rotonda,dopo non c’è più traccia, ricoperto da un marciapiede e da due fila di lecci disposte lungo la strada. In via del Platano c’è l’officina Gasperini, resta il Mobil Gronchi - che finanziava una grande squadra dei tornei aziendali -, quindi se torni in via dei Lecci trovi il Punto Edile - tutto per edilizia, idraulica e pitture -, persino un negozio di vernici, il Colorificio Giorgi. In via del Salice c’è la carrozzeria Autodima del Serini, un tempo verso la fine del Poggetto, accanto l’autofficina Rovini che si occupa di soccorso stradale. In via della Quercia c’è il grande Bricofer (ha un gemello in zona Fiorentina) che vende di tutto per giardinaggio e bricolage, pure in tempi di Amazon con consegne gratuite nel mondo, a tutte l’ore. Nel punto più alto di via dei Lecci resiste il Confortinicome un fortino che sorveglia la strada in discesa e degrada verso la pianura, con salumi e formaggi all’ingrosso; accanto studi medici e dentisti, fisioterapisti e palestre per riabilitazione. Viale Vittorio Bachelet comincia proprio dopo la grande curva, quando intravedi la caserma dei Vigili del Fuoco, tra gli olivi e verso il crinale che conduce a Villa Marina. Se ti prende il dubbio di sapere chi sia Vittorio Bachelet (Roma, 1926 - 1980) devi sapere che è stato un giurista e politico italiano, docente universitario, democristiano, iscritto all’Azione Cattolica, vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. La strada a Piombino gli è stata dedicata alla memoria, dopo il 1980, anno in cui fu assassinato dalle Brigate Rosse in un agguato alla Sapienza, dove insegnava. Via Bachelet non è strada così importante, non ci sono residenze, solo confluenze di condomini popolari nelle traverse laterali, sia a destra che a sinistra, villaggi costruiti negli anni Ottanta e Novanta che portano nomi di isole, fiumi, città e qualche scrittore. Via Maribruna Toni è poco oltre, inaugurata dal mio amico Maurizio Maggioni molti anni fa - saranno venti - insieme all’assessore Ferrini per ricordare una poetessa piombinese nota come pittrice. Maribruna fa parte della vita del Foglio Letterario, anche per questo la ricordo, fa parte anche della mia vita perché abitava in viale Regina Margherita e ogni giorno la vedevo affacciata al balcone mentre leggevo un libro nel giardino della vecchia casa cantoniera, in via del Chiassatello. Maribruna non c’è più, resta la strada. Adesso non c’è più neanche Maggioni, per la strada ci stiamo organizzando, povero amico mio che sei volato in cielo troppo presto.
Gordiano Lupi
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