Attualità giovedì 29 marzo 2018 ore 15:14
Bayahibe, il caso portato in Consiglio

La risposta dell'Amministrazione non ha soddisfatto l'interrogazione della lista Assemblea Sanvincenzina che ha messo la lente sulla vicena
SAN VINCENZO — Con l'annullamento della concessione edilizia, la lista civica Assemblea Sanvincenzina vuole fare chiarezza sulla vicenda Bayahibe e ha presentato una interrogazione ha chiesto al Comune come mai ancora non si sia mosso in tal senso, se è previsto un intervento di messa in sicurezza e di ripristino.
Dal Consiglio comunale sono arrivate delle risposte anche in merito alla demolizione del manufatto, chiesta con ordinanza n. 109 del 12/07/2017 ma non eseguita perché l'edificio è sotto sequestro. Lo stesso Comune ha chiesto alla Procura della Repubblica il dissequestro dell'immobile, ma dal Tribunale di Livorno sono stati disposti ulteriori accertamenti. Situazione che verrà ridiscussa nell'udienza fissata a Ottobre 2018, intanto recentemente l'Amministrazione ha presentato una nuova istanza di dissequestro.
Per quanto riguarda il percorso pedonale di via del Tirreno dal Comune fanno sapere che verrà sistemato a cura e spere dell'amministrazione e la stessa riqualificazione dell'area sarà progettata una volta compiuta la demolizione.
Risposte che non hanno pienamente convinto i consiglieri di Assemblea Sanvincenzina.
"Paradossale il passaggio nel quale si afferma che il concessionario non avrebbe commesso abuso perché il titolo era, al tempo, considerato legittimo. - hanno detto - Tragicomica l'affermazione che la progettazione dell'area inizierà una volta demolito il Bayahibe, come se non si dovesse aver pensato già da anni a cosa fare per ridare decoro ad un'area francamente umiliata dall'amministrazione negli ultimi anni. E' in ogni caso inspiegabile come si permetta alla proprietà di continuare ad operare in queste condizioni e sorge spontaneo chiedersi anche, visto che sono iniziati i lavori per la realizzazione del chiosco stagionale, cosa succederà quando la procura toglierà i sigilli e si dovrà procedere alla demolizione con le strutture precarie in aderenza all'edificio mai terminato. Di una cosa siamo certi, - hanno concluso - questa è una classe politica che alimenta la sfiducia nella giustizia e nelle istituzioni attraverso la strenua difesa degli interessi privati e la continua forzatura delle norme a favore di certi soggetti che, evidentemente, contano più di altri".
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