Politica sabato 09 aprile 2016 ore 09:00
Definite le nuove regole per la fusione dei Comuni
In Val di Cornia il Comune di Suvereto rientra nei piccoli centri che rientrano nei parametri della fusione nonostante l'appello del sindaco Parodi
SUVERETO — Il consiglio regionale ha approvato la risoluzione del Partito democratico sulle fusioni dei Comuni. E adesso cosa succede?
La Regione approverà le fusioni fra due o più Comuni nei casi in cui nel referendum consultivo dei cittadini si sia raggiunta una maggioranza di sì superiore ai due terzi dei votanti rispetto all’intera comunità. Nei casi in cui tale maggioranza non sia stata raggiunta, la Regione approverà la fusione solo in presenza della maggioranza favorevole in ciascuno dei Comuni consultati.
Se da un lato ci sono incentivi ai Comuni che si fondono, Lega Nord, Movimento 5 stelle, Forza Italia, Sì Toscana a sinistra e Fratelli d’Italia non hanno dato foto favorevole a questo provvedimento. L’argomento è molto sentito in Val di Cornia in quanto abbraccia le sorti del Comune di Suvereto. Proprio il primo cittadino del borgo aveva inviato una lettera aperta a tutti consiglieri regionali invitandoli a votare contro l’ordine del giorno o per lo meno fare qualcosa per tutela quei Comuni che vogliono farcela con le proprie gambe.
“L'approvazione dell'ordine del giorno è un atto che mina alla base la liberta e l'autonomia locale sancita dall'articolo 5 della Costituzione. – commenta alla nostra testata il sindaco di Suvereto Giuliano Parodi - Le fusioni non possono essere obbligatorie, ma volontarie e per essere davvero volontarie devono venir scelte dalla maggioranza dei cittadini di ciascuno dei Comuni oggetto di fusione: non ha senso contare i voti complessivi. In questo modo i comuni grandi fagocitano quelli più piccoli, non possono essere i cittadini di un Comune a decidere cosa succederà in un altro Comune. Altrimenti non parliamo di fusioni ma di vere e proprie "annessioni" dei Comuni più piccoli da parte dei più grandi”.
Il sindaco Giuliano Parodi non è stato l’unico a scrivere in Regione, tanti altri sindaci di piccoli Comuni hanno fatto appello.
“L'idea di ‘grande è bello’ che il Pd sta portando avanti con le aree vaste per rifiuti, trasporto, acqua e sanità è un modello che i fatti dimostrano chiaramente fallimentare. – commenta – A questo punto il disegno è chiaro, non si tratta di soluzioni per creare efficentamento ma solo diminuzione di rappresentanza democratica e accentramento dei poteri”.
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