Lo troviamo quando si ascolta
di Nadio Stronchi - lunedì 11 ottobre 2021 ore 17:33
EQUILIBRIO 1. lo stato di quiete di un corpo, e più in generale la condizione oggettiva se tutti i suoi punti sono alla stessa temperatura). 3. MAPPA In senso figurato, l’equilibrio è una buona proporzione tra le parti, o un’esatta distribuzione dei vari componenti soggettivi e oggettivi
Termine sostantivo usato molto spesso anche per definire le qualità di un vino in un esame organolettico da un esperto o un consumatore occasionale; Sostantivo applicato, nel caso di un vino ai termini: colore, profumo, gusto o sapore; queste qualità che sono nel vino esaminato o semplicemente bevuto, sono in armonia tra loro tenendo di conto di parametri decisi dalle accademie enologiche o tra amici mentre fanno una chiaccherata. Sono i soggetti che, poi, decidono dopo l’esame, di quale equilibrio. Può essere per carenze o eccellenze. Da qui ne deriva un punteggio che definisce il valore qualitativo con un giudizio ampio o semplicemente: è buono, non è buono.
Equilibrio è un termine sostantivo per la lingua italiana, ma è una sfida per ognuno di noi che siamo in cerca di un esito sempre nuovo in ogni parola, discorso, delle cose semplici e complesse, degli esiti del nostro operato in qualsiasi occasione creativa.
In enologia l’equilibrio parte dalla scelte dei vitigni. Al luogo in cui impiantare le viti, dalla qualità del terreno e dal clima del territorio piccolo o grande che sia. Dunque: genetica della pianta, elementi agropedologici, La cura delle viti, gli eventi climatici e delle temperature; Infine l’operato dell’uomo nel vigneto e in cantina.
Quando si parla di enologia in questa parte della Maremma del nord e si ricorda il terroir per i vigneti mi pare che, dai commenti di esperti, questo aspetto botanico e climatico sia un argomento molto discusso e da opinioni sia pure non controverse, ma sostenute da alcuni personaggi più in vista in modo chiaro e da altri sottaciute non per omissione, ma per rassegnazione.
Parlo soprattutto di temperature che anche questa parte della Regione Toscana sono particolarmente sostenute e che non fanno bene al frutto uva che subisce i raggi diretti del sole, subendo quasi una cottura dell’acino che comporta uno squilibrio che la maggiore parte dei produttori non vorrebbero. Utile sarebbe una escursione termica, dal giorno alla notte in basso ma, purtroppo, non è così per la Maremma del nord. In questa parte di Maremma è collocato il Comune di Castagneto Carducci che per l’aspetto morfologico non pare che appartenga alla Maremma; sempre verdeggiante e baciato dal vento di mare che, quest’ultimo consente una crescita delle uve con notevole equilibrio. Poi, c’è proprietario-autore della cantina di CA’ MARCANDA, come Angelo Gaja, che in cantina fa la differenza insieme alla scelta adeguata dell’enologo Giovanni Passoni.
Angelo Gaja non ha bisogno che io scriva del suo vino, sono io che ho bisogno di capire e ammettendo di aver capito ne scrivo le sensazioni che ho avuto bevendo il CA MARCANDA 2017. Fatto con un uvaggio bordolese di Merlot50%, Cabernet Sauvignon 40%, Cabernet Franc 10%. Il punteggio è quello del consumatore competente.
Luogo della Cantina CA’ CAMARCANDA, sulla Bolgherese Castagneto Carducci. Costruzione proiettata nel futuro e quasi completamente coperta da terra e piante di olivo. Il vino CAMARCANDA mi ha dato:
COLORE: rosso rubino intenso con riflessi leggermente granati.
PROFUMO: deciso, franco, armonico, eleganti sentori di frutti rossi, vaniglia, tipico, sottobosco, persistente.
SAPORE: pieno corpo, leggera tannicità( che in breve tempo si armonizzerà), caldo, sentori leggeri di liquirizia, lunga persistenza aromatica.
Nadio Stronchi