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Attualità giovedì 07 gennaio 2021 ore 18:21

Parchi, da Campiglia la proposta per ripartire

Alberta Ticciati

La sindaca Ticciati: "La stessa energia che si impiega in questo dibattito sterile, si provi a tradurla in una proposta, in un lavoro condiviso"



CAMPIGLIA MARITTIMA — "Chi vuole davvero salvare e rilanciare il sistema dei parchi chiede che siano rispettati gli accordi che stanno alla base della nascita della società Parchi: condivisione delle strategie tra tutti i Comuni soci, contratto unico di servizio per la gestione unitaria dei parchi e dei musei della zona, attribuzione alla società di tutte le entrate generate dentro i parchi (biglietti, affitti e aree di sosta) e lavoro per garantire il dinamismo e lo sviluppo di questa società. Tutto il resto è polemica politica che ha il solo scopo di offuscare le responsabilità".

Da questi presupposti la sindaca di Campiglia Alberta Ticciati chiede di ripartire per superare la polemica tra i Comuni soci della Parchi Val di Cornia e tutelare la società (leggi qui sotto gli articoli collegati).

"I problemi non iniziano oggi, ma da quando, progressivamente, sono stati abbandonati i principi mutualistici che consideravano il sistema dei parchi come un bene unico della Val di Cornia, indipendentemente dal Comune in cui ricadevano. Non ho problemi a riconoscere quegli errori. - ha spiegato la sindaca Ticciati - Con altrettanta determinazione e convinzione sento il dovere di dire che le scelte operate dopo le elezioni amministrative del 2019 hanno impresso un’accelerazione davvero preoccupante al processo di disfacimento del sistema".

Per la sindaca di Campiglia Marittima, infatti, sono stati dei gravi errori quelli dei rappresentanti dei Comuni di Piombino e Suvereto "di aver imposto le cariche operative del nuovo Cda della Parchi" e di "autorizzare la Parchi, per la prima volta dalla sua nascita, a sottoscrivere contratti di servizio separati tra i Comuni anziché un contratto unico come previsto dalla convenzione sottoscritta nel 2002".

"E’ stato ancora più grave - ha aggiunto - il fatto che di fronte alle minori entrate che hanno caratterizzato la gestione dei parchi nel 2020, presidente e ad abbiano pensato di chiedere ai Comuni di ripianare ciascuno le perdite dei propri parchi, cancellando del tutto i principi mutualistici che hanno, in passato, reso sostenibile l’intero sistema che, è bene ricordarlo, ha un valore economico aggiuntivo per tutti i Comuni. Così come è stato un errore del Comune di Suvereto quello di ignorare che nel Parco di Montioni ci sono beni che da anni non vengono valorizzati".

A proposito dell’uscita del Parco di Rimigliano dalla Parchi "certamente è stato un impoverimento anche se una scelta motivata come conseguenza della nomina a maggioranza dei nuovi amministratori della società e per l’effettiva assenza da anni di una decorosa gestione del Parco da parte della società stessa. - ha proseguito - E’ corretto altresì ricordare che lo stesso Comune si è comunque dichiarato disponibile a rientrare, dietro costituzione di un tavolo di lavoro capace di affrontare e risolvere problemi posti e mai superati, tavolo fino ad oggi mai costituito".

"Chi ha a cuore il destino della Parchi deve dare risposte a questi problemi. Le soluzioni esistono, sono quelle stabilite nella Convenzione tra i Comuni del 2002 che va confermata e rilanciata, al fine di garantire la possibilità di crescita, sviluppo ed investimento sul territorio, lavorando anche a nuove fonti di entrate che possano rendere la Parchi Val di Cornia spa sempre più autosostenibile. - ha concluso Ticciati, rispondendo anche alle critiche - Per queste evidentissime ragioni non ci sto a sentirmi additare come la sindaca che oggi vuole affossare i parchi, perché la realtà è esattamente opposta. Campiglia sta avanzando una proposta per salvare il sistema dei parchi, per ora l’unica".

"La stessa energia che si impiega in questo dibattito sterile, si provi a tradurla in una proposta, in un lavoro condiviso che abbia l’obiettivo di far uscire la Parchi da questo stallo, mettendola nelle condizioni non soltanto di gestire il patrimonio della Val di Cornia di oggi, ma anche di svilupparlo, tornando ad investire come nei primi anni di nascita della stessa società. Su questo piano e a queste condizioni, Campiglia c’è e ci sarà".


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