Jsw, "no a ulteriori periodi di studio o proroghe"

Federazione e Unione comunale Pd al Mise: "Che si svegli e si muova o la responsabilità del fallimento ricadrà su chi quel Ministero lo guida"

PIOMBINO — "Purtroppo non sembra che la riunione, tanto attesa e tanto a lungo rimandata abbia portato risultati positivi", così Federazione e Unione comunale Pd hanno esordito commentando l'esito dell'incontro al Ministero dello Sviluppo economico per il futuro dello stabilimento siderurgico di Piombino (leggi qui l'articolo collegato).

"È incredibile la totale passività del ministero e la sua mancanza di strategie su un settore importante come l'acciaio. L'impressione che si ha è che da una parte ci sia uno scandaloso disinteresse e dall'altra una mancanza di idee che porta a navigare a vista. - hanno spiegato -Registriamo in particolare, l'ennesima assenza del Ministro Giorgetti, che continua a delegare le scelte alla parte tecnica, sfuggendo alle proprie responsabilità di fronte alla città e ai lavoratori. Si affida una commessa strategica del valore di 2,4 miliardi senza neanche pretendere una smentita ufficiale dalla proprietà circa l'intenzione, emersa sulla stampa, di vendere lo stabilimento. Al momento tale smentita è stata enunciata solo dal dottor Carrai, mentre nessuna dichiarazione è venuta da Sajjan Jindal o da altri dirigenti apicali del gruppo", hanno proseguito.

"Da parte di Jindal si registra l'ennesima fumosa proposta, fatta più di promesse che di impegni. In particolare colpisce negativamente la richiesta di un periodo di studio e indagine di mercato sulla realizzazione di un forno elettrico che è nell'accordo di programma da quattro anni. - hanno evidenziato dal Pd - Il Ministero non ha proposto alcuna garanzia concreta da imporre a Jsw a tutela del rispetto degli accordi, rimettendosi, di fatto, alla buona volontà dell'azienda. Emerge, poi, un fatto che, se confermato, sarebbe molto grave. Sembra infatti che Carrai abbia dichiarato che sia stata Invitalia, al tempo della trattativa per l'entrata nel capitale sociale di Jsw, a non volere inserire nell'accordo il forno elettrico. Su questo ci riserviamo di chiedere ai nostri rappresentanti in parlamento di porre un'interrogazione al ministro, affinché si chiariscano le responsabilità di ciascuno nel fallimento della due diligence".

"Crediamo, dunque, che Comune, Autorità Portuale, Regione e sindacati abbiano fatto benissimo a rifiutarsi di firmare un addendum privo di garanzie e di tutele per i lavoratori. - hanno commentato - Riteniamo, anzi, che tutti i soggetti coinvolti, compreso il governo, debbano, nell'ambito delle proprie competenze, concorrere a definire un sistema di obbligazioni, penali e controlli che rendano efficaci gli accordi che saranno sottoscritti. Crediamo, inoltre, che non dovrebbero essere concessi ulteriori periodi di studio o proroghe sulla costruzione del forno elettrico. La città ha bisogno di un progetto di lungo periodo che preveda la fabbricazione dell'acciaio e non di operazioni estemporanee fatte per gestire una singola commessa. - e hanno concluso - Al ministero rivolgiamo, a questo punto, quello che è più un appello che una richiesta: che si svegli e si muova o la responsabilità del fallimento ricadrà su chi quel Ministero lo guida".

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