Roberto Gasperini: il sogno della pittura
di Riccardo Ferrucci - giovedì 18 giugno 2020 ore 07:30
Vorrei ricordare, a distanza di poco più di un anno dalla scomparsa, avvenuta nel mese di febbraio 2019, l’artista Roberto Gasperini che ha segnato profondamente l’arte contemporanea rappresentando una delle esperienze più autentiche avute in Toscana. Dalla sua città ( Ponsacco) è riuscito a lasciare una grande testimonianza poetica e ha rappresentato una delle avventure artistiche più avanzate maturate nel nostro territorio.
Nel 2002 presentando una sua importante mostra al Museo Piaggio scriveva Dino Carlesi:
“ Una lezione di stile, la sua, e di volontà, condotta con grande determinazione e con interiore fatica, tali da riscattare vita e arte. L’atto del dipingere non diviene soltanto una comunicazione denotativa di una situazione sorprendente e nemmeno un sollecito superficiale a gustare un’opera da appendere alla parete del salotto buono, ma l’opera di Gasperini rappresenta sempre una partecipazione totale alla sofferenza di chi si guarda attorno per cogliere il senso doloroso della vita e i suoi quotidiani interrogativi esistenziale.”
In Gasperini rivive la storia della pittura, da Caravaggio a Balthus, che scorre nel sangue e nella memoria dell’artista toscano che, però, è sempre riuscito a procedere verso cifre stilistiche personali, dando vita ad inedite e sorprendenti costruzione sceniche, creando un luogo magico e misterioso, dove si ripete il miracolo della creazione e dell’arte. La forza della pittura riesce a coniugare il passato e la tradizione con nuove forme e modelli avanzati di sperimentazione linguistica. Il volo dell’angelo, l’arrivo della musa, le scatole magiche sono i fragili strumenti della poesia che tentano di superare il mare della banalità, di alzarsi in volo verso sentimenti puri e profondi, in orizzonti più vasti e liberi. Alla disperata ricerca della bellezza, della vera pittura, di un’arte eterna e fuori dal corso del tempo.
L’opera di Gasperini, nel tempo, ha subito profondi mutamenti, cercando sempre nuove avventure poetiche e scommesse artistiche. In opere più informali ed astratte, con un’accentuata materialità dei dipinti, innesca quasi una dimensione scultorea – nelle tele, nei colori, nei frammenti materici - per trovare un’immersione sensoriale, un sentire sulla pelle il corpo degli eventi. I suoi lavori perdono una connotazione figurativa immediata, si collocano in una valenza onirica e simbolica, che prelude ad un’idea di pittura ancestrale e misteriosa.
Scrive Daniele Del Giudice: “ Mi piacerebbe condurti fino al punto in cui si smette di capire, si smette di immaginare; vorrei condurti dove si comincia a sentire.” Le stesse strade le ha percorse Gasperini interrogando la materia, il colore, alla ricerca di risposte non banali, costruendo dipinti che possiedono una pluralità di significati, nel gioco eterno di luce e ombra, cromia e vibrazione, storia e memoria. Lo spettatore resta catturato dalla magia e la forza di questi dipinti, ma resta sulla soglia del laboratorio creativo dell’artista, incapace di cogliere compiutamente la molteplicità di aspetti evocati e presenti nell’arte dell’autore toscano.
Il risveglio dei sensi, il gioco, l’infanzia, la leggerezza, l’ambiguità dell’immagine, la storia dell’arte restano momenti caratterizzanti di una operazione pittorica alta, che colloca Gasperini nello spazio di una ricerca rigorosa, che non strizza l’occhio al mercato, ma che ha sempre cercato forme poetiche autentiche per esprimere la realtà labirintica del nostro tempo, consapevole che non esiste labirinto per chi è riuscito ad attraversarlo.
Credo che riconoscere la qualità della ricerca artistica di Gasperini sia un elemento fondante di ogni discorso critico futuro attorno alla sua opera; la sua ricerca di verità passa attraverso la storia dell’arte, ma anche verso direzioni personali che lo hanno portato a dialogare con la materia cercando un senso al non senso della vita, una stagione della pittura che possa raccontare il non raccontabile, il mistero. Una luce interiore traspare nei colori e nei movimenti delle sue tele che si aggirano tra la distruzione e il vuoto, un’immagine evanescente che prefigura un’epoca di miracoli crudeli, dolorosa e necessaria, dove sia ancora possibile il contatto e l’amore tra gli uomini. Quello che magicamente accade nella pittura di Roberto Gasperini rompe le regole consuete e riapre il dialogo tra morte e vita, bellezza e inferno, storia e futuro, ci porta a riflettere su una verità che abbiamo dimenticato e che soltanto la vera arte può riportare in vita, salvare dal nostro naufragio quotidiano.
E’ stata molto significativa la ricerca artistica portata avanti da Gasperini e credo che la sua città, Ponsacco, dovrebbe dedicargli una mostra per ricordare uno dei più autentici poeti dell’arte italiana. E’ importante oggi di fronte a un mondo veloce e frenetico, che spesso si dimentica troppo in fretta le cose essenziali e che lasciano un segno nei nostri cuori e nella nostra memoria, cercare di ritrovare i valori autentici dell’arte e la creatività
Riccardo Ferrucci