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mercoledì 04 dicembre 2024

TURBATIVE — il Blog di Franco Bonciani

Franco Bonciani

Franco Bonciani, fiorentino, tecnico, docente e dirigente sportivo, gestore di impianti natatori. Con uno sguardo attento e scanzonato su quello che gli succede attorno

Il falso invalido e l'esempio di Manuel

di Franco Bonciani - giovedì 11 aprile 2019 ore 14:41

Manuel Bortuzzo - foto Tutticonmanuel da Facebook

La vicenda del falso invalido di Firenze, la storia di quel tipo (si chiama Roberto Guglielmi e, fra l’altro, ci ho avuto recentemente a che fare) che da una decina d’anni faceva il paraplegico in pubblico e il ganzo in privato, meriterebbe commenti che per educazione non si possono fare, specie per scritto.

Una fra le cose che più mi fanno andare in bestia, forse quella sulla quale ho veramente tolleranza zero, è trovare chi parcheggia sul posto disabili senza esserlo. Non più tardi di tre giorni fa ho maltrattato uno che aveva lasciato la sua auto in uno dei posti riservati che avevo amorevolmente restaurato, questa estate, alla piscina di San Casciano. Sentirsi dire “è solo per un attimino…”, spesso, è la miccia che mi fa esplodere.

Lavorando in ambiente sportivo si comprende cosa voglia dire aver a che fare con i disabili, e si percepisce come trovare personale e strutture pubbliche accoglienti e preparate sia un primo passo (non l’unico) di civiltà e inclusione in un mondo così impegnato a farsi selfies che fa finta di non vedere che c’è gente con qualche problema. Problemi che, molto spesso, potrebbero essere risolti se solo si affrontassero per tempo.

Siamo, specialmente noi gente di piscina, ancora scossi per quello che è accaduto a Manuel Bortuzzo, il nuotatore che in un sabato di gennaio è stato centrato dalla pallottola sparata “per errore” da due balordi vicino ad Ostia, rimanendo paralizzato dalla vita in giù. E ci siamo sentiti, ci sentiamo ancora emozionati ed orgogliosi, per la lezione di vita ricevuta da Manuel.

Manuel non ha perso tempo per odiare quei disgraziati che l’hanno colpito ma, anzi, ha iniziato a guardare al futuro, alla nuova vita che gli si presenta: una vita diversa, non è detto che sia peggiore di quella precedente.

Non è uscita una parola di rabbia, di odio, di desiderio di vendetta, da parte sua, della sua famiglia, e dalla grande famiglia del nuoto italiano, presidente Barelli in testa. Pensare al futuro, ad andare avanti, ad affrontare al meglio un’altra sfida. Ci siamo commossi e continuiamo a sentirlo vicino, perché, in fondo, uno come Manuel e la sua famiglia nelle nostre piscine lo abbiamo conosciuto tutti. Due genitori che portano il figlio in piscina per imparare a nuotare, il ragazzo ha talento, va avanti fra soddisfazioni, sacrifici, qualche delusione eppure ogni volta rientra in acqua e si impegna per diventare migliore, per qualche decimo in meno, per una medaglia, per stare con i compagni di squadra, che magari anche fra trent’anni saranno gli amici della vita.

Manuel, un esempio per tutti.

Poi ci sono gli infami. I falsi invalidi. E fra questi se ne trova uno che da dieci anni prende in giro persone e istituzioni, a cominciare da Papa Francesco e finire al sottoscritto. L’hanno arrestato all’aeroporto mentre ritornava da un viaggio, dove sapevano che fuori girava in carrozzina, in casa o altrove passeggiava...

L’ho conosciuto in occasione degli incontri di una lista civica che si presenterà alle prossime elezioni amministrative di maggio a Firenze, Punto e a Capo. Una lista attenta ai problemi degli “invisibili” quali sono i disabili, gli anziani soli, i malati, in una società che ultimamente fa propaganda politica con paura dell’altro, odio e razzismo.

Trovare uno che arriva in sedia a rotelle, recita la parte del carabiniere dei ROS ferito e ridotto in quelle condizioni durante una missione, dimenticato da tutti, abbandonato dalla moglie, con tutte le difficoltà della vita quotidiana, e scoprire che, al massimo, è solo un attore di storie immorali, ti lascia allibito. Lo schifo.

Ma in fondo dura un attimo. In fondo, inutile perderci tempo.

Pensiamo a chi davvero ha bisogno, ai tanti Manuel che abbiamo accanto a noi: al falso invalido e a tutti quelli come lui ci pensi la giustizia italiana, e gli pesi per sempre la condanna di chi, compreso il sottoscritto, ha provato, verso di lui, sentimenti di rispettosa pietà e attenzione ai suoi problemi.

Franco Bonciani

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