Lavoro sabato 23 maggio 2020 ore 06:00
Usb preme per la partecipazione statale in Jsw

"Siamo stati il primo sindacato che proponeva l'intervento statale. Ora tutti salgono sul carro sventolando la propria bandiera"
PIOMBINO — Rispetto alla possibilità inserita nel Decreto Rilancio di far intervenire la Cassa depositi e prestiti su richiesta delle aziende che sono in difficoltà economica con alto fatturato per portare liquidità finanziaria al fine di sviluppare progetti industriali ecosostenibili parla l'Unione sindacale di base a Piombino per lo stabilimento Jsw Steel Italy.
"Usb è stato il primo sindacato che proponeva un intervento statale nell'acciaieria piombinese, tutte le altre sigle sindacali ci accusavano di non capire la situazione e che non fosse possibile farlo al tal punto di snobbare anche i lavoratori. - hanno ricordato - Ora tutti salgono sul carro sventolando la propria bandiera dimenticandosi il passato".
"Lo strumento che è stato messo in campo dal Governo potrà sciogliere definitivamente i dubbi sul futuro degli investimenti di Jsw. - hanno commentato - Nel breve periodo vedremo se la volontà della multinazionale indiana è seria o no, gli investimenti promessi nel Giugno 2018 vanno mantenuti. Una partecipazione statale dentro il capitale privato è ora possibile, questo ulteriore strumento avrà la possibilità di chiarire i dubbi per la realizzazione del famoso piano industriale non ancora presentato, un piano che diceva di tornare a colare acciaio con forni elettrici, colate continue e treni di laminazione".
"Ricordiamo - hanno aggiunto - che alla fine di Gennaio e stato rinviato per gli ulteriori quattro mesi il piano industriale, ed ora siamo al mese di Maggio e Giugno è alle porte, data importante anche per la scadenza della sorveglianza nazionale del Commissario Straordinario. Se lo strumento della Cassa depositi e prestiti venisse utilizzato i lavoratori e il comprensorio piombinese avrebbe una maggiore sicurezza sul futuro, avremmo un garante in più, lo Stato".
E hanno concluso: "Vogliamo essere chiari, la partecipazione dello Stato non vuol dire che un'azienda non deve produrre e non restare nel mercato, ma vuol dire un maggior controllo economico, maggiore sicurezza dello stabilimento e anche non prendere in giro territori come hanno sempre fatto le multinazionali".
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