Lavoro giovedì 28 agosto 2025 ore 08:30
Sciopero Usb per dire no alle armi in porto

Anche la Cgil ha chiarito la sua posizione: “No all’invio di armi, sì a un futuro di pace e cooperazione tra i popoli"
PIOMBINO — A distanza di poche settimane dall’ultimo carico di morte effettuato nel porto di Piombino, il 27 Agosto è attraccata un’altra nave destinata al trasporto di materiale bellico. Parliamo della Capucine, nave gemella della Severine che i primi di Agosto aveva imbarcato mezzi militari ed esplosivi. In quell’occasione si erano mobilitati anche i Vigili del Fuoco di USB nonché un gruppo di portuali Livornesi attraverso un esposto alla Capitaneria e all’Autorità di Sistema e rispondendo all’appello dell’associazione Donne in Nero di Piombino che aveva organizzato un presidio in zona portuale.
"Oggi, l’Unione Sindacale di Base, oltre che a partecipare alla manifestazione ha deciso di proclamare uno sciopero di 24 ore all’interno della Compagnia Portuali di Piombino. Per dare modo - hanno spiegato dal sindacato - a quei lavoratori che volessero rifiutarsi di essere complici dei traffici di morte di essere coperti e non rischiare alcuna conseguenza".
L'Unione sindacale di base ha anche voluto mandare un messaggio di complicità e solidarietà con gli equipaggi della global sumud flotilla che nei prossimi giorni partirà alla volta di Gaza per rompere l’assedio israeliano e portare beni di prima necessità alla popolazione.
Al presidio promosso dalle Donne in nero c'erano appunto anche la Fiom-Cgil, lo Spi-Cgil e la Camera del lavoro Cgil di Piombino ribadendo con forza la loro adesione alla campagna No ReArm Europe e il loro impegno a difesa della pace e del lavoro, contro ogni logica di guerra che rischia di trasformare il nostro territorio in un hub militare.
“Le armi non possono essere considerate una merce come le altre – ha sottolineato per la delegazione David Romagnani, coordinatore della Camera del lavoro di Piombino - la violenza e i conflitti trovano terreno fertile nell’indifferenza e nel silenzio. Come organizzazioni sindacali, riteniamo fondamentale mobilitarci per impedire che il porto di Piombino venga utilizzato a questo scopo”.
Il presidio ha rilanciato un appello a tutte le forze sociali, politiche e istituzionali, ma anche agli operatori e alle maestranze portuali, affinché si fermino a riflettere sul significato delle proprie azioni e scelgano di non collaborare con traffici di armi che alimentano conflitti internazionali. La Cgil di Livorno conferma così la propria posizione netta, già espressa anche dalla categoria dei trasporti: “No all’invio di armi, sì a un futuro di pace e cooperazione tra i popoli”.
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