Gli errori nel tango argentino
di Maria Caruso - martedì 27 giugno 2017 ore 08:30
In filosofia errore si riferisce a qualcosa di falso che appare vero. Così alcuni tangheri si atteggiano a veri ballerini ma di ciò, in realtà hanno ben poco. A ben vedere l’errore è dovuto all’immaginazione del ballerino/a ignaro di come dovrebbe essere il vero tanghero/a doc.
Chi balla il tango dovrebbe eliminare a poco a poco gli sbagli commessi per non limitarsi semplicemente a fare “figure e sequenze” imparate a memoria. La musica va sentita “dentro” per diventarne tutt’uno con la sua vera essenza come fosse un marchio. La consapevolezza di sé e di chi abbiamo di fronte è fondamentale per trovare intesa e complicità.
Ma veniamo al dunque… E’ un disastro se ci soffermiamo a guardare la pista gremita di persone che si muovono. Ci sono quelli che quando ballano masticano il chewingum guardandosi intorno salutando tutti gli amici o peggio fermandosi per fare due chiacchiere senza rispettare la persona che le sta di fronte e nemmeno gli altri ballerini in ronda. Taluno è talmente concentrato su di sé da tenere la testa bassa a cercare ad ogni passo la fine dei loro piedi ma soprattutto quelli della partner per evitare di pestarla.
Ricordo agli uomini in particolare, che la marca per non essere in errore, si fa e nasce dal torace e non con la testa come qualcheduno usa fare spingendo forte per mandare in avanti la donna. La camminata (cosa più bella nel tango, se eseguita bene ovviamente) diventa orribile se fatta a saltelli con movimenti delle spalle in su e giù ad ogni passo. Poi evitiamo gli slalom e i dondolii inutili per fare un cambio peso che in realtà dovrebbe essere impercettibile visto che non siamo in alto mare forza nove.
Le braccia dovrebbero stare come quando si porta un vassoio (la donna cioè) e non girarle prima del busto come fa il camionista quando guida il camion poiché rischia di far perdere l’equilibrio alla ballerina e le donne, per piacere, non si agguantino all’uomo come fossero delle piovre, ma si sgancino quando la figura lo richiede, così, eviteranno di trascinarsi l’uomo dietro (al momento non dobbiamo sposarlo).
Evitino entrambi il braccio di ferro: le braccia non devono essere rigide e le spalle stare rilassate, così tornando a casa non avremo bisogno spalmarci con pomata antidolorifica. L’uomo non stringa la schiena della donna con l’idea di comandarne meglio la marca e faccia pertanto scorrere il braccio perché la tanda non è paragonabile alla galera e la ballerina deve avere lo spazio per fare le proprie movenze richieste oltretutto, dalla marca.
La donna spesso inoltre sente arrivare una delle gambe dell’uomo prima del busto a mo’ di sgambetto e fa mille pensieri: “Che sarà…!?”. “Un passo, una sacada, uno sgambetto?”. In ultima analisi, infatti, per non rischiare, toglie svelta la gamba perché ne comprende il pericolo immediato.
Un suggerimento alle neo tanguere, durante i vostri tentativi di fare adorni, ricordate di avere dei piedi e non degli zoccoli di cavallo poiché qualche volta osserviamo dei miseri movimenti che sembrano più che altro un annaspare il pavimento invece di essere un abbellimento, pertanto se non li sapete fare abbiate l’accortezza di non farli. Voi maschietti evitate di mettere in difficoltà la ballerina che non sa ballare adeguandovi al suo livello e non costringetela a seguirvi perché voi dovete pavoneggiare in mezzo alla pista, poiché non ci fate una bella figura.
Andare a ballare il tango senza essere consapevoli di questo mondo e del suo funzionamento è come quando un bimbo che non ha ancora imparato a leggere prende in mano un libro e guarda le lettere senza capirne il significato. Nel libro del tango non ci sono figure per comprendere come comportarsi, ma queste invece o si eseguono durante la tanda o si fanno. In quel caso di solito è aggiunto subito dopo un aggettivo. Quindi evitiamo le figure di ….
A presto tangueri!
Maria Caruso