GB: da Corbyn una scelta coraggiosa pro-Brexit
di Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi - venerdì 12 luglio 2019 ore 15:53
A Londra il leader dell’opposizione Jeremy Corbyn ha annunciato, finalmente, la svolta sulla Brexit, rompendo gli indugi e indicando l’intenzione di procedere con un nuovo referendum. È l’ora della verità per il “compagno” Corbyn che ha navigato in questi tre anni in un mare di evidenti contraddizioni: da una parte è sempre stato euroscettico e dall’altra ha tentennato per mantenere all’interno del partito laburista entrambe le anime, quella pro e quella contraria alla Brexit. Posizionando il partito in un limbo, ne carne ne pesce, che ha manifestato tutte le sue criticità, finendo per pagare in termini di consensi e popolarità.
Le ragioni che hanno spinto Corbyn a propendere, una volta per tutte, per Bruxelles ovviamente sono il frutto, amaro, delle due recenti sconfitte elettorali di maggio: il tracollo nelle amministrative e il pessimo risultato delle europee. Con l’80% della base laburista apertamente convinta di voler restare nell’Unione, ma sino a ieri completamente inascoltata da Corbyn. Nel corso di questi mesi all’interno del partito oltre alla corrente moderata di Blair, tanti giovani e anche i sindacati hanno chiesto al leader di cambiare indirizzo e porre fine ad una ambiguità di fondo.
A questo punto la sfida di Corbyn è far cadere il governo dei conservatori, impelagati nella scelta del sostituto della dimissionaria Theresa May. Che con molta probabilità avrà il volto del populista Boris Johnson, ex sindaco di Londra, amico sodale di Trump ed esponente di spicco dell’ala hard Brexit.
Insomma, una partita quella di Corbyn che inizia con il condizionale. E soprattutto che dovrà essere giocata allargando il campo delle alleanze. Stando a recenti sondaggi per avere una maggioranza serviranno i voti di: liberal, verdi, nazionalisti scozzesi e fuoriusciti conservatori. Tutti uniti per impedire il divorzio da Bruxelles e aprire la strada ad un nuovo inquilino a Downing street.
Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi